Papa Francesco durante l'udienza concessa all'Arma dei carabinieri - Reuters
Il sacrificio di Salvo D’Acquisto non sia soltanto il ricordo di un episodio eroico, ma significa “imparare, da quel sacrificio e da quella generosità, a rinnovare oggi l’impegno nell’Arma, a servizio del bene e della verità, a servizio della società”. Tra pochi giorni, infatti, - il 23 settembre – saranno celebrati gli 80 anni dell’uccisione del vice brigadiere dei carabinieri Salvo D’Acquisto, che, per salvare un gruppo di civili rastrellati dai nazisti e destinati alla fucilazione per rappresaglia, si assunse la responsabilità della morte di alcuni soldati. In realtà morirono per un incidente nell’utilizzo di materiale esplosivo, ma i nazisti parlarono di attentato. Così compirono un rastrellamento nei dintorni di Torre di Perla di Palidoro, e portarono nella piazza principale di Palidoro (in provincia di Roma) 22 uomini per fucilarli. Portarono lì anche D’Acquisto pretendendo da lui i nomi dei responsabili. Vennero portati via per essere fucilati fuori dal paese. Fu sul luogo dell’esecuzione che il vicebrigadiere si assunse da innocente la responsabilità del presunto attentato. Tanto bastò ai nazisti che lo uccisero e lasciarono andare gli altri.
"Già fate più del vostro dovere"
“Come non vedere sullo sfondo di questa storia drammatica e toccante – ha sottolineato il Papa parlando agli ufficiali e ai militari dell’Arma dei carabinieri ricevuti oggi in udienza assieme ai propri familiari in piazza San Pietro per la ricorrenza -, l’imitazione di Gesù che, inviato dal Padre per manifestarci il suo amore, ha dato la vita per liberarci dal potere della morte, ha preso su di sé le nostre colpe, si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e proprio per le sue piaghe noi siamo stati guariti». Un atto che “anche oggi rappresenta un monito di grande attualità”, in un tempo “inquinato dall’individualismo e dall’insofferenza nei confronti degli altri, oltre che dall’inasprimento di tante forme di violenza e di odio che vediamo nelle nostre città”.
E proprio al servizio svolto quotidianamente dai carabinieri nei diversi contesti sociali, il Papa ha fatto riferimento parlando di un impegno “a servizio della giustizia e della legalità”. “Vorrei dire che voi carabinieri siete chiamati non solo a “fare il vostro dovere”, applicando regolamenti e procedure, ma a rendere più giusta e umana la società”, aggiungendo che “l’affetto degli italiani per voi testimonia che queste non sono solo parole ma, grazie all’esempio di tanti di voi, sono realtà”. Un affetto che nasce proprio dal senso di responsabilità e di dedizione, che vedono i carabinieri, “chiamati a lottare contro ogni genere di illegalità, contro la criminalità organizzata e contro un senso di impunità a volte purtroppo radicato, contro la mentalità mafiosa.”, o “a svolgere compiti di carattere investigativo perché la menzogna venga smascherata”, o che nei “luoghi di conflitto e in contesti internazionali quelli di voi che sanno tendere la mano alle popolazioni locali”, ma anche “quanti svolgono un prezioso servizio quotidiano sulle strade delle nostre città e negli angoli dei nostri quartieri: grazie per tutto quello che fate”.
Infine, l’invito a non scoraggiarsi mai e “a non cedete alla tentazione di pensare che il male sia più forte, che al peggio non ci sia mai fine e che il vostro impegno sia inutile. Guardando a Salvo d’Acquisto, lasciatevi animare dalla passione per il bene”.