Afferma che “unirsi in un sindacato è un diritto”, mentre la proprietà privata "è un diritto secondario" dipendente dal "diritto primario, che è la destinazione universale dei beni". Poi invoca “una riforma profonda dell’economia” e un lavoro “veramente ed essenzialmente umano”, perché quello attuale per tanti lavoratori a giornata, per migranti e precari e soprattutto per tante donne - a cominciare da domestiche, badanti e venditrici ambulanti - è “pericoloso, sporco e degradante”. È quasi una mini enciclica sul lavoro il lungo videomessaggio in spagnolo che papa Francesco invia ai partecipanti alla 109.ma riunione della Conferenza Internazionale del Lavoro, in corso oggi 17 giugno a Ginevra.
Ilo, la pandemia ha peggiorato le condizioni dei lavoratori domestici
I lavoratori e le lavoratrici domestiche che hanno perso il lavoro durante la pandemia di Covid-19 sono fino al triplo degli occupati di altri settori, a seconda delle regioni del mondo. A calcolarlo è stata l'Organizzazione internazionale del lavoro (International labour organization, Ilo), che ha pubblicato un report sul tema in occasione del decimo anniversario dell'approvazione della Convenzione sui lavoratori domestici.
Il documento è stato adottato il 16 giugno 2011 ed è stato ratificato finora da 32 Paesi.
Stando ai dati comunicati dall'Ilo, gli effetti della pandemia di Covid-19 hanno causato la perdita del posto di lavoro di una percentuale compresa tra il 5 e il 20 per cento dei lavoratori domestici in buona parte dell'Europa, Canada e Sudafrica, mentre nelle Americhe gli impiegati in questo settore che sono rimasti disoccupati vanno da uno su quattro a uno su due. Negli altri comparti la perdita media di lavoro è stata inferiore al 15 per cento.
Il direttore generale dell'Ilo, Guy Rider, ha evidenziato quindi "la necessità urgente di formalizzare il lavoro domestico per assicurare l'accesso a un'occupazione decente, a partire dalla estensione e dall'implementazione delle leggi di previdenza sociale di tutti i lavoratori domestici".
L'Ilo ha inoltre sottolineato che nell'ultimo anno si sono verificati progressi da questo punto di vista ma che comunque un lavoratore domestico su tre nel mondo rimane ancora "completamente escluso" dalle leggi sul lavoro. Un dato questo, che raggiunge livelli particolarmente critici in Asia e nei Paesi arabi.
L'organismo internazionale ha evidenziato inoltre che a oggi quasi un ventesimo della forza lavoro del mondo è rappresentata da lavoratori domestici, circa 75,6 milioni di persone, e che di questi quasi 58 milioni sono donne.