Con l’arrivo della prima neve, l’avvicinarsi dell’atmosfera natalizia, e gli alberi addobbati a festa dopo il tradizionale passaggio dell’immacolata, nella mente di tutti gli amanti della stagione fredda iniziano a comparire le tipiche suggestioni di questo periodo dell’anno, che sovente richiamano l’immaginario classico della Lapponia: foreste bianche, fitte nevicate, e tutto il folklore che ruota intorno a Babbo Natale. La Lapponia, tuttavia, può essere molto di più.
Tanto per cominciare, a Lapponia è una regione realmente sterminata, al punto che ad essere precisi esistono tante diverse Lapponie, a cavallo tra 4 Paesi diversi: Finlandia, Svezia, Norvegia e Russia. Delle quattro, quella finlandese è l’unica a chiamarsi realmente “Lapponia” anche dal punto di vista amministrativo, ed è un territorio grande quasi come tutto il Nord Italia, ma abitata da appena 190.000 persone. Se si ha la pazienza di scavare al di là dei resort turistci incentrati sulle escursioni in motoslitta o nelle slitte trainate dagli husky, in Lapponia si ha la possibilità di scoprire una popolazione estremamente particolare che vive una vita meravigliosamente scandita dai tempi della natura, tempi che in inverno sono un inno al riposo e al silenzio, le caratteristiche dominanti dell’inverno, in natura.
A dicembre, in particolare modo, inizia il “Kamos”, parola che noi a latitudini più basse chiamiamo “notte polare”. Non si pensi ai famigerati sei mesi di buio pesto dei poli, qui non siamo a questi estremi, ma si immagini piuttosto una lunga serie di giornate dove il sole non riesce mai a superare con decisione la linea dell’orizzonte, sporgendosi al massimo leggermente da esso, nelle giornate dal cielo terso. Nelle ore diurne dei mesi intorno a capodanno, in Lapponia, non è mai veramente buio, e non è mai veramente giorno, piuttosto un lungo e interminabile tramonto e crepuscolo che crea condizioni di luce meravigliose, con il cielo che si infiamma dei colori più belli che si possano immaginare. Colori che altrove durerebbero una manciata di minuti, ma che quassù durano invece ore intere, semplicemente cambiando posizione nel cielo.
Il fascino della Lapponia, in inverno, sta proprio in questo, nella sua dimensione di estrema quiete che trasforma ogni istante della vita quotidiana nel verso di una poesia. Di qui ogni istante acquisisce un fascino speciale: osservare allevatori di renne nei boschi ricoperti di neve, sedersi al calore del fuoco in una piccola “kota” (piccolo rifugio per viaggiatori ma anche luogo di incontro conviviale delle comunità che abitano i villaggi lapponi da tempi antichissimi), partecipare al grande momento rituale di ogni vero lappone, ovvero la sauna. Simbolo della Finlandia nel mondo, quassù non è concepita come semplice momento di relax e rinvigorimento, ma come momento dall’altissimo valore sociale: la parola data in sauna tra due persone vale più di ogni contratto, le confidenze fatte in sauna sono le più segrete, e in generale tutto ciò che racchiudono le mura di legno arroventate dal vapore acquisisce una solennità e un valore che da secoli definisce le regole sociali dei lapponi.
Nella giornata scandita da istanti di poesia congelata dall’aria immobile di queste foreste, dove il vento sembra non esistere, e dove il termometro può scendere facilmente fino ai -40 nelle giornate peggiori, a un viaggiatore si concede infine di esplorare lo spazio del passato, la grande storia di questa regione. La Lapponia, in tempi recenti, è un territorio che ha patito molto le devastazioni della guerra, e dove ben poco, specialmente in Finlandia, è sopravvissuto alla tattica mortifera della terra bruciata applicata dai nazisti in ritirata dalle terre artiche, tuttavia è ancora possibile trovare piccoli villaggi, chiese storiche, dove si può andare a curiosare nella vita di queste popolazioni diversi secoli addietro, quando l’inverno qui era questione di sopravvivenza, di resistenza, di arrivare al giorno successivo mantenendo il calore corporeo. Sì, decisamente la Lapponia è molto di più dello stereotipo che ci si forma in mente in questo periodo dell’anno, molto di più di Babbo Natale e delle motoslitte. È una terra silenziosa, che ci mette molto tempo a rivelare i suoi segreti più preziosi, ma quando ci si entra in sintonia, apprezzandone anche e soprattutto il lato più duro, le bianche foreste della Lapponia creano col cuore di un viaggiatore un legame destinato a resistere a qualunque inverno.