Un momento dell'udienza generale in piazza San Pietro - Ansa
Apostolo della mitezza, fratello universale, anticipatore del Concilio Vaticano II sull'importanza dei laici nella Chiesa. Sono alcune delle immagini usate dal Papa per definire Charles de Foucauld (1858-1916) il santo mistico francese che dopo una giovinezza dissoluta «perse la testa per Gesù» scegliendo il deserto per condividere un'esistenza povera e umile con gli ultimi, «con i Tuareg, con i più lontani dalla sua mentalità». Francesco ha dedicato a de Foucauld, proclamato santo il 15 maggio 2022, la catechesi settimanale in piazza San Pietro all'interno del ciclo sulla "passione per l'evangelizzazione: lo zelo apostolico del credente". Egli - ha detto il Papa - «ci ricorda che il primo passo per evangelizzare è avere Gesù dentro il cuore, è "perdere la testa" per Lui. Se ciò non avviene, difficilmente riusciamo a mostrarlo con la vita. Rischiamo invece di parlare di noi stessi, del nostro gruppo di appartenenza. di una morale o peggio ancora di un insieme di regole, ma non di Gesù, del suo amore, della sua misericordia».
Nella sua meditazione il Pontefice ha aggiunto altri importanti tasselli per la conoscenza di un grande testimone della fede cui Francesco ha dedicato ampio spazio dell'enciclica "Fratelli tutti" definendolo appunto "fratelllo universale". Accoglieva ogni persona, ha aggiunto il Pontefice, mostrandoci in questo atteggiamento «la forza evangelizzatrice della mitezza, della tenerezza. Non dimentichiamo - ha proseguito il Papa - che lo stile di Dio sta in tre parole: vicinanza, compassione e tenerezza». E proprio sull'esempio del Padre buono la testimonianza cristiana deve andare avanti con lo stesso atteggiamento. De Foucauld, ha concluso il Pontefice, «desiderava che chiunque o incontrasse vedesse, attraverso la sua bontà, la bontà di Gesù».