I credenti non devono avere "la faccia della veglia funebre", perché "Cristo è risorto, ti ama. Diciamo: io ho gioia perché il Signore è vicino a me e mi ha redento". È l'appello lanciato da Papa Francesco in occasione dell'Angelus domenicale da piazza San Pietro, in cui si è concentrato sul concetto della gioia.
La gioia della fede è un tema caro che ritorna più volte: la gioia deve rappresentare una "caratteristica della nostra fede". Il motivo è che, "anche nei momenti bui, il Signore è il centro della nostra vita. Pensate bene: come mi comporto io? Sono una persona gioiosa o sono come quelli tristi che sembrano di essere nella veglia funebre? Gli altri diranno: se la fede è così triste, meglio non averla", è il monito del Pontefice.
Francesco ricorda anche che "l'invito alla gioia è caratteristico del tempo di Avvento: l'attesa che viviamo è gioiosa, un po' come quando aspettiamo la visita di una persona che amiamo molto, ad esempio un grande amico che non vediamo da tanto tempo". Una dimensione che emerge nella terza domenica di Avvento, che si apre con l'esortazione di San Paolo: 'Rallegratevi sempre nel Signore'". Insomma, "più il Signore è vicino a noi, più siamo nella gioia; più Lui è lontano, più siamo nella tristezza. Questa è una regola per i cristiani".
Le parole del Papa arrivano nella domenica in cui il Vangelo di Giovanni "presenta il personaggio biblico che - eccettuando la Madonna e San Giuseppe - per primo e maggiormente ha vissuto l'attesa del Messia e la gioia di vederlo arrivare: parliamo naturalmente di Giovanni il Battista", che è "il primo testimone" del Signore. Per Bergoglio, infatti, la prima condizione della gioia cristiana è "decentrarsi da sé e mettere al centro Gesù".
Papa Francesco benedice anche i 'Bambinelli' dei Presepi ma, per l'emergenza coronavirus, c'è solo una rappresentanza dei bambini della Diocesi di Roma. "Quest'anno - scandisce papa Francesco - siete qui in pochi a causa della pandemia, ma so che tanti bambini e ragazzi sono radunati negli oratori e nelle loro case e ci seguono" in tv. In conclusione, arriva anche un altro caloroso invito ai credenti: "Quando pregherete a casa, con la vostra famiglia, davanti al Presepe, lasciatevi attirare dalla tenerezza di Gesù Bambino, nato povero e fragile".