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Un piccolo fuori programma nell'Aula Paolo VI all'inizio dell'Udienza Generale. Un bambino è salito sul palco raggiungendo Papa Francesco. Il reggente della Casa pontificia, monsignor Leonardo Sapienza, gli ha lasciato la propria poltrona, accanto al Papa. Il bambino ha parlato con Francesco e poi avvicinandosi
allo speaker in portoghese, padre Antônio Hofmeister ha chiesto di poter avere lo zucchetto bianco del Pontefice.
Francesco introducendo l'Udienza ha affermato: "In questi giorni stiamo parlando sulla libertà della fede ascoltando la lettera ai Galati, ma mi è venuto in mente quello che Gesù diceva sulla spontaneità e la libertà dei bambini, quando questo bambino ha avuto la libertà di avvicinarsi e muoversi come se fosse a casa sua. E Gesù ci dice se non vi fate come bambini non entrerete nel Regno dei cieli, abbiate il coraggio di avvicinarvi al Signore. Io ringrazio questo bambino per la lezione che ci ha dato a tutti. E che Signore lo aiuti nella sua limitazione nella sua crescita, perché ha fatto una testimonianza che gli è venuta dal cuore: i bambini non hanno un traduttore automatico dal cuore alla vita, il cuore va avanti".
IL TESTO INTEGRALE DELLA CATECHESI
Reuters
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Papa: la vera libertà "si esprime pienamente nella carità"
"Se la libertà non è a servizio del bene, rischia di essere sterile e non portare frutto. Questo è il test". Così Papa Francesco in un passaggio a braccio durante l'Udienza Generale. "Invece, la libertà animata dall'amore conduce verso i poveri, riconoscendo nei loro volti quello di Cristo", ha sottolineato il Pontefice. "La libertà guidata dall'amore - ha spiegato - è l'unica che rende liberi gli altri e noi stessi, che sa ascoltare senza imporre, che sa voler bene senza costringere, che edifica e non distrugge, che non sfrutta gli altri per i propri comodi e fa loro del bene senza ricercare il proprio utile".
“Soprattutto in questo momento storico, abbiamo bisogno di riscoprire la dimensione comunitaria, non individualistica, della libertà: la pandemia ci ha insegnato che abbiamo bisogno gli uni degli altri, ma non basta saperlo, occorre sceglierlo ogni giorno concretamente”. Si è conclusa con questo appello la catechesi dell’udienza di oggi, svoltasi in Aula Paolo VI e dedicata ancora una volta al tema della libertà. “Decidere su quella strada”, l’invito finale di Francesco: “Diciamo e crediamo che gli altri non sono un ostacolo alla mia libertà, ma la possibilità per realizzarla pienamente. Perché la nostra libertà nasce dall’amore di Dio e cresce nella carità”.
“Questo è il test”, ha spiegato il Papa: “se la libertà non è a servizio del bene rischia di essere sterile e non portare frutto. Invece, la libertà animata dall’amore conduce verso i poveri, riconoscendo nei loro volti quello di Cristo. Perciò il servizio degli uni verso gli altri permette a Paolo, scrivendo ai Galati, di fare una sottolineatura niente affatto secondaria: parlando della libertà che gli altri apostoli gli diedero di evangelizzare, sottolinea che gli raccomandarono solo una cosa: di ricordarsi dei poveri”. “Curioso, quando dopo quella lotta ideologica tra Paolo e gli apostoli si sono messi d’accordo, gli apostoli gli hanno detto: ‘Vai avanti e non dimenticarti dei poveri”.
Il Papa, in particolare, ha stigmatizzato “una delle concezioni moderne più diffuse sulla libertà: ‘la mia libertà finisce dove comincia la tua’”. “Ma qui manca la relazione, il rapporto!”, ha esclamato: “È una visione individualistica. Invece, chi ha ricevuto il dono della liberazione operata da Gesù non può pensare che la libertà consista nello stare lontano dagli altri, sentendoli come fastidi, non può vedere l’essere umano arroccato in sé stesso, ma sempre inserito in una comunità. La dimensione sociale è fondamentale per i cristiani, e consente loro di guardare al bene comune e non all’interesse privato”.
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