martedì 23 agosto 2016
Lo spirito di Ventotene, un'idea di continente per cittadini «nuovi»
COMMENTA E CONDIVIDI
Ricostruire uno spirito continentale e battere quella voglia diffusa di Eurexit muovendo da un’isola. Non ci si attendevano immediati risultati pratici dal vertice trilaterale di Ventotene, ma per ripartire può bastare a volte anche un simbolo, dopo gli ultimi mesi di forte sofferenza vissuti da un’Unione che si appresta a festeggiare come una 'vecchia signora' i 60 anni di vita. Su questo piano l’iniziativa fortemente voluta da Matteo Renzi ha colto nel segno. Va da sé, però, che ora - nei prossimi mesi - passi e svolte concrete dovranno per forza esserci, per evitare questa ingloriosa 'terra di mezzo' in cui è precipitata la costruzione comunitaria, unita da una moneta senza padri e spesso disunita dalle scelte dei suoi governanti (ancor più che dalle disillusioni dei suoi cittadini). Dopo l’addio sancito a giugno dal popolo britannico, con l’incontro di ieri in mare aperto fra i leader dei tre maggiori Paesi fondatori la Ue è venuta dunque a sciacquare i suoi (laceri) panni nelle acque di quel Mediterraneo carico delle vite strappate e delle sofferenze di migliaia di migranti il cui arrivo, assieme alle perenni difficoltà dell’economia e ai timori per il terrorismo, è una delle cause prime della fiducia smarrita dai popoli europei. Un altro messaggio simbolico, questo, per lanciare il segnale che solo più uniti i 27 Stati membri saranno in grado di affrontare le gravi crisi epocali che caratterizzano il nuovo millennio. Le tentazioni autarchiche conservano sempre un loro fascino perverso, ma non è con i passi indietro che si può scrivere una pagina davvero nuova della storia. Nel chiuso dei propri confini nessuno sarebbe in grado di far fronte a fenomeni che la crescente globalizzazione del Pianeta rende di una forza traumatica senza precedenti. Il sogno di Altiero Spinelli, uno degli autori del 'manifesto di Ventotene', era quello di una federazione di Stati europei. Sembra impossibile, in questa fase storica. Ma già l’avere leader politici capaci di guardare oltre l’orizzonte ristretto della prossima elezione nazionale di casa propria (nel 2017 si vota certamente in Francia e Germania) e di indicare ai loro concittadini che – per quanto non agevoli e problematiche – esistono soluzioni alla portata, sarebbe un colpo d’ala in grado di risollevare il 'volo' dell’Unione. Soluzioni sia per i flussi migratori (cresciuti certamente nel 2015, ma comunque ancora gestibilissimi in un continente di 500 milioni di abitanti) sia per rivoluzionare quella impostazione economica che 'produce' oggi 20 milioni di disoccupati. Nell’uno come nell’altro campo, è l’ora tuttavia di scelte più condivise e lungimiranti e di decisioni di rottura rispetto a quelle che ci hanno portato alla situazione attuale. È l’ora, insomma, di progetti per 'nuovi uomini', e donne, di cui parlava appunto Spinelli. Vale per i leader, ma deve valere anche per noi cittadini.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: