martedì 1 novembre 2016
Pioniera dell'impegno femminile in politica, aveva garbo e sorrisi comprensivi o per una giovane cronista che si affacciava nel Tempio di Montecitorio.
Tina Anselmi, faccia e forza della politica donna
COMMENTA E CONDIVIDI

Nel video, pubblicato da Marca Trevigiana 3 anni fa, Tina Anselmi racconta la sua esperienza da partigiana.

Era la fine degli anni Ottanta. Muovere i primi passi da giornalista nel Tempio di Montecitorio poco più che ventenne metteva soggezione. Una classe politica austera, di lì a poco in parte screditata (e in parte a ragione), si muoveva per i Palazzi con un bagaglio culturale, una storia e una preparazione non indifferente. La scuola dei partiti e una vita dedicata alla polis rendeva i rappresentanti degli italiani in Parlamento autorevoli. Per una cronista esordiente, c’era tanto da imparare.

SCOMPARSA TINA ANSELMI, PARTIGIANA E PRIMA DONNA MINISTRO


E nel fascino dei corridoi, dove i ritratti dei presidenti della Camera e i busti dei padri della Patria restano ad ascoltare gli echi dei "passi perduti", i rappresentanti del Paese di sesso femminile dimostravano qualcosa in più. Erano le prime donne che riuscivano a creare una breccia nell’impenetrabile muro maschilista della politica. Con una tenacia senza pari, una forza di volontà, una preparazione e una capacità a dir poco notevoli. Non esistevano "quote rosa" o riserve.

Erano poche, per lo più democristiane e comuniste. Ma c’era anche una seconda generazione che stava varcando (ancora con grande spirito di sacrificio) i portoni dei Palazzi della politica. I nomi delle pioniere suscitano rispetto. Nilde Iotti era già presidente della Camera. Tina Anselmi, che ci ha lasciato e che conobbi allora, ricopriva diverse cariche istituzionali. A differenza dei colleghi parlamentari maschi, che sembravano compiacersi dell’aura irraggiungibile, lei - come le altre donne - non negava mai un sorriso.

Lei, come le altre, sembrava anzi compiaciuta di poter essere di aiuto a una giovane intenta al suo lavoro. Si mostravano, e scoprivi che era davvero così, concrete e coerenti: lottavano per la parità. Anche da avversarie politiche, le donne cattoliche e quelle comuniste (e qualche radicale) trovavano un comune denominatore nello spirito di servizio alle istituzioni. Distanti anni luce su questioni fondamentali di principio in maniera netta e limpida, si ritrovavano insieme per fare da apripista dentro un mondo che ancora escludeva il "gentil sesso".

Tina Anselmi sapeva farlo con il sorriso intelligente di chi ha alle spalle una vita intensa. Ha saputo sempre essere severa, ma mai respingente. Con una carica di umanità e una dolcezza che trasmettevano sicurezza. Al punto che in molti l’avrebbero voluta presidente della Repubblica. «Nessuna vittoria è irreversibile», disse in una intervista al termine della sua carriera politica. E aggiunse: «Dobbiamo ogni giorno prenderci la nostra parte di responsabilità». Un’eredità per niente scontata.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI