Gentile direttore,
l’ho ascoltata con interesse a Parma venerdì 24 gennaio nell’incontro dedicato a “Informazione e cultura di pace” e ho fatto pure un intervento sull’angoscia inconscia della civiltà occidentale verso la propria estinzione. Sulla rivista di nicchia “Matrimonio” ho trattato più estesamente questo tema con l’articolo “Dissoluzione delle differenze, violenza collettiva, riti sacrificali”. Sembra che il senatore Salvini (o la sua équipe) abbia letto attentamente René Girard, “La violenza e il sacro”, applicando in maniera perversa le intuizioni di questo autore. Oltre ad averci saturato con riti sacrificali proponendoci l’esposizione incessante dei più deboli, l’ultimo atto quello del citofono segna una spinta all’indifferenziato: potere legislativo, esecutivo, giudiziario vengono condensati in un unico potere autoritario e assoluto, viene fatto balenare il pensiero che ognuno è legge, esecutore, giustiziere di sé stesso con il trionfo della violenza collettiva che solo poi un uomo forte può dominare. Credo sia importante depotenziare le paure e le angosce non ignorandole, ma affrontandole. Grazie dell’attenzione e molte cordialità.
Angelo Recusani, medico psicoterapeuta
Credo che lei abbia ragione, gentile e caro dottor Recusani. Dico e scrivo da anni, senza la sua competenza e per pura e semplice esperienza di vita, che certe angosce e paure dell’altro sono comprensibili e, a volte, anche motivate, perciò vanno affrontate, consolate e risolte, non enfatizzate e, in modi inaccettabili e non solo metaforici, “armate”. Mi auguro che la classe politica e l’intera classe dirigente d’Europa e d’Italia sia all’altezza del compito. Che impone di riaccendere – sul piano familiare, socio-economico e morale – una “speranza generativa” nella nostra gente d’occidente. Cerco, con i miei colleghi e altre persone di buona volontà, di sostenere questo necessario e saggio impegno. Il magistero e la capacità di parlare a tutti di papa Francesco ci è di sprone e di aiuto. Un cordiale saluto.