Caro direttore,
su un allegato settimanale di "Repubblica" del 3 dicembre scorso Stefano Rodotà, professore emerito di diritto civile all’Università La Sapienza di Roma ed ex presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, propone: «Oggi, a più di trent’anni dall’approvazione della legge sull’interruzione di gravidanza, la possibilità dell’obiezione di coscienza dei medici andrebbe semplicemente abolita». Io penso, invece, che la soppressione di una vita umana nell’embrione innocente è un abominevole crimine che la legge eccezionalmente permette. E penso che il bene più prezioso dell’uomo oltre alla vita è la coscienza. Penso che ogni coercizione sulla stessa è fascismo o stalinismo.
Pertanto, l’idea di vietare per legge l’obiezione di coscienza dei medici anti-abortisti, da parte di un 'erudito' professore che non oso qualificare, è un crimine contro la libertà e contro la vita.
Cesare Barbadoro
L’ostilità all’obiezione di coscienza della quale Stefano Rodotà si è fatto portatore e portavoce è assai grave. E la sua pressante richiesta è certamente pericolosa. Ma non è, purtroppo, una novità. Era addirittura stata formalizzata, alla fine dello scorso anno, in seno all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (l’organizzazione alla quale aderiscono 47 Stati del Vecchio Continente) che ha però saputo sventare questo quasi incredibile attacco a una basilare libertà riconosciuta al personale sanitario di fronte alla tragedia dell’aborto, ma che non è propria soltanto dei 'camici bianchi'. Anche in altri casi e settori della vita civile l’obiezione di coscienza rappresenta, infatti, una essenziale 'riserva' morale e umanitaria per fronteggiare leggi e pratiche ingiuste. E questo nessuno dovrebbe mai permettersi il lusso di dimenticarlo... Certo, caro signor Barbadoro, spinge ad assai amare considerazioni il fatto che giuristi e militanti politici che si riempiono in continuazione la bocca di 'diritti civili' si dimostrino così pronti a negare rilevanza alla preziosa dimensione della coscienza. Io lo trovo semplicemente scandaloso, ma forse è persino bene che sia così. È opportuno che certi scandali avvengano e che facciano aprire gli occhi a coloro che rischiano di venire irretiti e fuorviati da propagande finto-buoniste.