lunedì 13 gennaio 2014
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Ci sono tanti modi per leggere la scelta dei 19 nuovi cardinali fatta da Papa Francesco. Il più malizioso si limita all’elenco degli esclusi. Il più ovvio, ma forse anche più logico, prova a capire i criteri che hanno ispirato il Pontefice. Risulta evidente allora che tra i prossimi porporati molti abitano quelle periferie del mondo, e della storia, che spesso Bergoglio ha indicato come luoghi privilegiati, indispensabili, dell’annuncio. Monsignor Langlois, 55 anni appena, è vescovo di Les Cayes, Haiti, uno dei Paesi più poveri del mondo, Nakellentuba Quédrado è pastore in Burkina Faso, Kutwa in Costa D’Avorio, realtà africane dove l’intraprendenza di una Chiesa giovane, fresca, deve fare i conti con una quotidianità appesantita dalla tragedia dell’emarginazione, e della fame. Tre invece sono i nuovi  porporati latinoamericani: Poli successore di Bergoglio a Buenos Aires, il brasiliano Tempesta di cui il Papa ha potuto apprezzare preparazione e verve durante la Gmg di Rio, il cileno ma di origini vicentine Ezzati Andrello. Guardano all’Asia invece le scelte del sudcoreano Soo jung e di Quevedo arcivescovo nell’isola di Mindanao frontiera a rischio del dialogo con l’islam oltranzista nelle cattolicissime Filippine, mentre hanno esperienze pastorali alle frontiere del pianeta anche tre nomine di Curia, quelle che consegneranno la berretta cardinalizia a Pietro Parolin, Lorenzo Baldisseri e Beniamino Stella. Uomini che assieme alla competenza hanno saputo mettere in campo il cuore conquistando l’apprezzamento e la fiducia del Papa. Come il prefetto della Dottrina per la fede Müller, come l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e vicepresidente della Cei, Gualtiero Bassetti. Come Loris Francesco Capovilla, 98 anni, segretario di Giovanni XXIII e poi arcivescovo, innamorato del Concilio e uomo del dialogo, il cui sorriso dolce e buono ha accompagnato tutta la storia recente della Chiesa. «Al tramonto della vita, un raggio di sole», ha commentato a caldo Capovilla. Una sorta di benedizione, l’omaggio alla nuova aurora portata dall’elezione di Francesco.
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