sabato 26 marzo 2016
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S abato Santo, spiace dover mordere. ('Repubblica' 23/3, p. 30): «Il vero senso della Pasqua». Da un lettore il dubbio che si possa «quest’anno celebrare una festa» come la Pasqua, «mentre tutto sembra parlare di degenerazione e di morte». Augias risponde con richiami storici e poetici, ma la sostanza è che «la Pasqua, in senso religioso e umano, festeggia comunque la rinascita primaverile della natura», possiamo «rallegrarci e farci reciprocamente qualche buon augurio». È «il vero senso della Pasqua»! Ogni altro è falso. Certi 'laici' elogiano il dubbio, ma non ne hanno alcuno e la loro fissa è sempre solo una: Chiesa e fede cristiana. Conferma? Confermo! Il giorno dopo, ancora lì (p. 34: «Tra la Chiesa e lo stato vegetativo», Augias conferma al grafomane di turno che la Chiesa è in sostanza nemica di progresso e felicità, ma oggi al suo «interno c’è divisione, è in atto uno scontro», i nemici di Papa Francesco tengono ancora banco: lui si illude di aprire, loro chiudono sempre. Libera opinione? Certo, ma data con certezza come sopra: «il vero senso» della Chiesa Cattolica oggi, in Italia e nel mondo, ve lo dico io qui nella posta quotidiana e 3 volte su 5 batto lo stesso chiodo della Chiesa e della religione cattolica. Tu leggi, ricordi che di recente – stesso Autore – almeno tre libri sono stati dedicati a vita e morte di Gesù – tra essi 'Ultime ore' e come ovvio niente resurrezione – e ti chiedi cosa mai troverebbe ogni giorno da scrivere, il nostro, se non ci fossero Chiesa e Vaticano. Cambiamo registro: Pasqua viene dopo 'Passione e morte' che ci accompagnano sempre, ma sempre ci accompagna anch’essa. Se ogni giorno non è in qualche modo Pasqua, allora al massimo ti puoi rifugiare nella 'rinascita primaverile'. Sarebbe una tristezza infinita. Buona Pasqua davvero! © RIPRODUZIONE RISERVATA Lupus in pagina
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