martedì 20 aprile 2010
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Non è la prima volta che in un viaggio del Papa l’attenzione dei media va in una direzione e lo svolgimento della visita in tutt’altra. Questo a Malta, per esempio, doveva essere nei sogni (e forse nei disegni) di alcuni, il viaggio della vergogna per i ca­si di pedofilia tra i preti, compiuto da un Pa­pa isolato e sommerso dalle ceneri di quel­la sorta di nuvola nera che opprime i cieli ecclesiali di alcune Chiese del mondo. Al contrario si è rivelata una visita piena di lu­ce, di affetto e di grande partecipazione, con un trasporto particolare da parte dei mal­tesi, che nei due giorni a cavallo tra il suo compleanno (venerdì) e l’anniversario del­l’elezione (ieri) hanno regalato al Pontefice momenti di grande intensità emotiva. Le voci dei bambini che sabato pomeriggio intonavano il 'tanti auguri a te', l’entusia­smo dei giovani domenica sul molo del Grand Harbour di La Valletta, con scene che sembravano prese di peso dal­le Gmg di Colonia e di Sydney (compreso l’arrivo del Papa a bordo di un catamarano); e più in generale lo straor­dinario seguito di popo­lo che la visita ha avuto in tutti i suoi momen­ti e che è culminato nella Messa di Piazza dei Granai, debordan­te di 40-50mila fedeli, raccontano una storia diversa. E così il nuovo 'album' di Malta si ag­giunge alle bellissime im­magini dell’Africa, lo scor­so anno, all’imprevisto (per i media) successo dei viaggi negli Usa e nella (inizialmente ri­tenuta indifferente) Repubblica Ceca. Insomma questo 'album' va ad affiancar­si a tutti quei momenti in cui è apparso e­vidente che la sintonia tra Papa Ratzinger e il popolo cristiano continua a rafforzarsi, magari su basi nuove e diverse di quelle che legavano milioni di persone al suo grande predecessore, ma non meno profonde e fe­conde. Oggi, mentre si fanno i bilanci di questi pri­mi cinque anni di pontificato, possiamo dir­lo con certezza. Più i media attaccano Be­nedetto XVI, più tanta gente vera lo cerca e impara ad amarlo. Perché ha capito che con il suo stile sobrio, con il suo carattere gen­tile e riservato, la serenità dell’animo di­mostrata anche in frangenti dolorosi come quelli attuali, il Papa non si stanca di intes­sere, ovunque vada e nonostante i reiterati tentativi di screditarlo, un dialogo profon­do e proficuo non solo con i praticanti, ma anche con quanti si riconoscono in quella razionalità allargata che gli è tanto cara. Così chi è senza preconcetti può giovarsi di un insegnamento che, con lucidità intellet­tuale e affetto paterno, indica nel Vangelo la vera forza risanatrice di quel male morale che, proprio come una gigantesca nube, op­prime la società del 2000. Ecco dunque l’ac­cento nuovamente messo sulla difesa del­la vita in ogni suo stadio e sulla promozio­ne della vera famiglia, come pure l’insi­stenza sul dovere di accogliere dignitosa­mente i profughi e di impegnarsi accanto a tutti coloro che soffrono. «Molte voci cer­cano di persuaderci di mettere da parte la nostra fede in Dio e nella sua Chiesa», ha detto Papa Benedetto domenica. Un avver­timento contro il veleno dell’«indifferenti­smo e del relativismo», al quale la gente di Malta, proprio come San Paolo morso dal­la vipera, ha mostrato di saper reagire con successo. In realtà, le cronache dei viaggi pontifici dicono che i fedeli maltesi non so­lo i soli a essere capaci di questa speciale immunità ai veleni. E l’affetto crescente ver­so il Papa lo ricorda a tutti.
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