È di pochi giorni fa la notizia dell’assegnazione dell’onorificenza di 'Alfiere della Repubblica' da parte del presidente Mattarella a trenta giovani che «si sono distinti nello studio, in attività culturali, scientifiche, artistiche, sportive, nel volontariato oppure hanno compiuto atti o adottato comportamenti ispirati a senso civico, altruismo e solidarietà» durante l’anno 2021.
La 'meglio gioventù' italiana dell’anno che sta per finire, verrebbe da chiosare. Ebbene, il termine chiave del titolo che il presidente della Repubblica assegna annualmente, a partire dal 2010, ai nostri migliori giovani, cioè 'alfiere', proviene dall’arabo. Si tratta infatti di una derivazione di al-faris, 'il cavaliere' in arabo, tramite lo spagnolo alférez. E 'alfiere' proviene dall’arabo non solo nel significato di 'portabandiera' in questione qui, ma anche quando designa il pezzo omonimo degli scacchi, ove deriva da al-fil, 'l’elefante', secondo la foggia che questo elemento del gioco aveva nella cultura arabo-musulmana del medioevo. Si scorge un riflesso di questa origine lontana della parola, ben al di là dei confini patrii, in un altro simbolo dell’italianità come la Divina Commedia di Dante (Paradiso XXVIII, 91-93), di cui celebriamo quest’anno il settimo centenario della morte. La descrizione dell’onorificenza di 'Alfiere della Repubblica' sul sito della Presidenza della Repubblica recita: «Viene concesso ai cittadini italiani, anche residenti all’estero e ai cittadini stranieri residenti, che siano nati nel nostro Paese o abbiano frequentato con profitto le scuole italiane per almeno 5 anni».
Gli alfieri della nostra Repubblica, quindi, non sono soltanto cittadini italiani, ma anche cittadini stranieri residenti nel nostro Paese. La platea trans-nazionale dei possibili insigniti corrisponde perfettamente alla storia del termine cardine che denomina l’onorificenza, il quale ha attraversato lingue e culture differenti ma comunicanti, e ha percorso un lungo tragitto storico tra Oriente e Occidente attorno al Mediterraneo per finire in questo emblema, così significativo e incoraggiante, di italianità across the borders e ad ampio respiro. Lungi da poter essere appropriato dai fautori di un provincialismo miope e di un suprematismo nazionale smentito dalla realtà storica, il termine 'alfiere', insieme alla moltitudine delle parole di origine araba che costituiscono il nostro lessico quotidiano, dalla A di 'alambicco' alla Zeta di 'zucchero', è il portabandiera di un’Italia che guarda al suo futuro multietnico.
Scuola IMT Alti Studi Lucca