S ono pochissimi i marchi industriali – in Italia e nel mondo – che possono vantarsi dello status di
love brand: marchi che suscitano sentimenti d’amore, o addirittura di adorazione, e che popolano stabilmente il nostro immaginario collettivo a prescindere dalle mode o dalle condizioni di mercato. Fa parte sicuramente di questa élite la Vespa, lo scooter più desiderato in Italia e nel mondo, che il 23 aprile 2016 compirà 70 anni. Quello stesso giorno del 1946, a Firenze, veniva depositato il brevetto per la «motocicletta a complesso razionale di organi ed elementi con telaio combinato con parafanghi e cofano ricoprenti tutta la parte meccanica ». Un gioiello di design e ingegneria progettato da Corradino D’Ascanio, con una parte centrale ampia per accogliere il guidatore e la vita stretta: «sembra una Vespa», commentò a prima vista Enrico Piaggio, battezzandola per l’eternità. Da allora la fortunata vita di Vespa si è sviluppata all’interno di due universi paralleli: nel magico mondo del cinema, almeno quanto sulle strade. Tutto iniziò con la scena più famosa di
Vacanze Romane, che aveva per mattatori due miti come Audrey Hepburn e Gregory Peck, ma nella quale compariva anche un terzo protagonista: la Vespa. Quando uscì il film – nel 1953 – lo scooter prodotto dalla Piaggio era già in commercio da sette anni, eppure fu la pellicola hollywoodiana a dare allo scooter italiano dalle forme originali e sinuose una fama internazionale. La conferma è in quanto scriveva negli stessi anni il
Times: «La Vespa? È l’idea più innovativa che l’Italia abbia mai avuto dopo l’invenzione della biga della Roma Antica ». È quasi impossibile contare le apparizioni cinematografiche di Vespa nel corso dei decenni. Dai film di Dino Risi all’hitchcokiano
Caccia al ladro, da
I soliti ignoti di Monicelli alla
Dolce vita di Fellini, fino ad arrivare ad
American Graffiti di Lucas,
The Interpreter con Nicole Kidman e
Caro Diario di Nanni Moretti, dove il regista si fa trasportare dalla sua Vespa per le strade desolate d’una Roma ferragostana. Non è stato da meno il mondo della musica (almeno quello italiano), da Enzo Jannacci a Vasco Rossi fino ai Lunapop di Cesare Cremonini, che immaginava di fuggire in Vespa sui colli bolognesi con «le ali sotto i piedi». Oggi – a 70 anni dalla nascita – Vespa è uno dei più clamorosi successi della storia industriale italiana con oltre 18 milioni di esemplari venduti in tutto il mondo. Ed è soprattutto un prodotto competitivo a livello globale, dal Far East al Far West: grazie alle spalle robuste di un’azienda madre – il gruppo Piaggio – che è rimasta in mani italiane (
rara avis), nonostante le difficoltà del mercato di riferimento in Italia e in Europa, in virtù delle efficaci cure imprenditoriali e manageriali di Roberto Colaninno e della sua famiglia. È proprio questa la vera bellezza di Vespa, non abbastanza celebrata dai nostri media: l’essere oggi un caso di successo imprenditoriale italiano nel mondo globale. Faticosa e vincente 'industria quotidiana', e non solo love brand.
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