sabato 29 luglio 2017
I protettori del continente: Benedetto da Norcia, Cirillo e Metodio, Bridiga, Caterina da Siena, Edith Stein
San Benedetto

San Benedetto

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Un cammino attraverso le vite dei santi e delle grandi figure e modelli della spiritualità cristiana. È il senso del viaggio, curato da Elio Guerriero, che incomincia oggi con questo primo articolo su 'Avvenire'. Un percorso di avvicinamento alla scuola della santità che idealmente si collega al motu proprio Maiorem hac dilectionem dell’11 luglio con cui papa Francesco ha aggiunto «l’offerta della vita» quale nuova fattispecie dell’iter di beatificazione e canonizzazione, distinta dalle fattispecie sul martirio e sull’eroicità delle virtù.

La recente visita della cancelliera Merkel a Roma dove ha incontrato papa Francesco sembra aver rilanciato una visione dell’Europa aperta al rispetto e all’accoglienza. A questo riguardo non è certo fuori luogo ricordare i santi patroni dell’Europa. Protettori dell’antico continente, essi ne hanno segnato il carattere, e possono essere di valido aiuto per contribuire a determinarne le coordinate culturali e spirituali. Il primo patrono è Benedetto da Norcia, il giovane romano, che nel periodo della decadenza dell’antica capitale seppe conservare il meglio dell’eredità classica e nello stesso tempo accogliere i popoli nuovi rivolgendo loro parole di accoglienza e di incoraggiamento. Ne parla il biografo di Benedetto, san Gregorio Magno, che nel secondo libro dei Dialoghi, sintetizza in una scenetta di candore evangelico l’atteggiamento del padre dei monaci verso un goto che desiderava farsi monaco. «Un uomo di animo buono ma incolto chiese di entrare in monastero e l’uomo di Dio Benedetto lo accolse molto volentieri». La difficoltà e l’ostilità stavano, tuttavia, in agguato. Mauro, il priore della casa, affidò al nuovo arrivato un lavoro di disboscamento nei pressi di un lago. Mosso dallo zelo, il goto dava dei grandi fendenti per cui il ferro si staccò dal manico e andò a depositarsi sul fondo dell’acqua. Un oggetto di ferro all’epoca aveva un grande valore. Mortificato il goto ne informò Mauro il quale a sua volta riferì a san Benedetto. L’uomo di Dio accorse, prese dalle mani del goto il manico, lo immerse nell’acqua e all’istante il ferro risalì dal fondo dell’acqua e rientrò nel manico. Quindi Benedetto restituì l’attrezzo al goto dicendo: «Ecco, lavora e non ti rattristare». Così la vita del monaco diveniva una sintesi feconda tra azione e contemplazione, tra distacco dal mondo e impegno per l’uomo nuovo.

Dopo Benedetto, nel 1980 sono stati proclamati patroni del Vecchio continente i fratelli Cirillo e Metodio. Nativi di Tessalonica in Grecia, essi svolsero la loro opera all’ombra della corte di Bisanzio nel nono secolo, al tempo dell’arrivo di nuovi popoli dal nord e dall’oriente d’Europa. Di nobile famiglia, scelsero come compagna di vita Sofia, la sapienza, «la più bella di tutte le giovani candidate al loro matrimonio» ( Vita di Costantino III). Divennero, dunque, filosofi, cioè amanti della conoscenza delle realtà divine e umane e adeguarono la loro vita al conseguimento di questo bene prezioso. Su designazione delle autorità imperiali, tuttavia, dovettero svolgere delicati incarichi diplomatici. Si sa di una loro missione presso gli Arabi , ma molto più rilevante divenne la loro spedizione in Europa centrale, nella grande Moravia. Qui i due fratelli «guidarono i giovani nell’imparare a scrivere, insegnarono loro le cerimonie religiose…, seminarono la semente di Dio» ( Vita italica), in breve gettarono le basi per lo sviluppo della Chiesa e della cultura slava. A rendere stabile la loro opera di missione intrapresero poi un viaggio a Roma dove giunsero nell’868. Pochi mesi dopo, il 14 febbraio dell’869, Cirillo morì nella città dei papi mentre il fratello, consacrato vescovo, fece ritorno in Moravia. Morì nell’885, attorniato dall’affetto e dalla venerazione dei fedeli. Scriveva Giovanni Paolo II nella Lettera apostolica con la quale proclamava i due fratelli patroni d’Europa: «I santi fratelli di Tessalonica mettono in risalto prima il contributo dell’antica cultura greca e, in seguito, la portata dell’irradiazione della Chiesa di Costantinopoli e della tradizione orientale, la quale si è così profondamente iscritta nella spiritualità e nella cultura di tanti popoli e nazioni nella parte orientale del continente europeo».

Gli altri tre patroni d’Europa sono altrettante donne, modelli di santità femminile, preziosa, come quella maschile, per la Chiesa e per l’Europa. Brigida nacque in Svezia all’inizio del 1300. Di nobile famiglia, fu sposa felice e madre di 8 figli. Parente della dinastia reale fu per qualche tempo invitata a corte come istitutrice di re Magnus II e della regina Bianca di Namur. L’ambiente della corte, tuttavia, si rivelò presto estraneo alla sensibilità di Brigida. Insieme con il marito ella intraprese allora un lungo pellegrinaggio a san Giacomo di Compostella. Attraversarono la Germania, la Francia e la Spagna e si resero conto della difficile situazione dell’Europa minacciata dalle divisioni politiche, dal disagio sociale e dalla diffusione della peste nera. Al ritorno dal pellegrinaggio il marito morì e Brigida sviluppò ulteriormente il suo interesse religioso. Fondò in patria un grande monastero a Vadstena, poi si imbarcò per Roma da cui compì un ultimo pellegrinaggio a Gerusalemme. Era un gesto di devozione ma anche un modo per indicare ai connazionali la strada per restare uniti a Cristo, sviluppare la dignità femminile e conservare l’unità del continente.

Di circa 40 anni più giovane di Brigida, Caterina da Siena ebbe fin da piccola una formazione dominata dall’interesse religioso. Contro le attese della mamma, rinunciò ad ogni proposta si matrimonio e lottò tenacemente per aderire al terzo ordine di san Domenico. Dotata di grazie mistiche, ebbe presto dei seguaci e con il loro sostegno esercitò un influsso crescente su Siena, sulla Toscana, sulle vicende italiane ed europee. Nel 1376 compì un viaggio ad Avignone, la città francese dove all’epoca risiedeva il papa Gregorio XI, per indurlo a ritornare a Roma. Gli storici contemporanei ritengono siano state altre le ragioni che indussero il pontefice a tornare a Roma. Ècerto, però, che la giovane senese con la preghiera, le penitenze e gli scritti contribuì a tener desta la coscienza dell’elevatezza del ministero petrino. A questo scopo Caterina trascorse gli ultimi mesi della sua vita a Roma dove morì nel 1379.

L'ultima patrona d’Europea è l’ebrea Edith Stein, divenuta monaca con il nome di Teresa Benedetta della Croce. Nacque a Breslavia nel 1891 e ricevette una formazione umana e culturale di rilievo. Tra le prime donne ad accedere all’università, scelse di studiare filosofia e divenne assistente di Edmund Husserl, il padre della fenomenologia. La prima parte della sua vita fu segnata dalla ricerca religiosa che la indusse prima ad aderire al cattolicesimo poi a divenire monaca carmelitana. La cruenta persecuzione cui furono sottoposti gli ebrei nella seconda guerra mondiale le fece riscoprire una profonda solidarietà con i suoi fratelli di razza. Con questo spirito affrontò l’arresto, l’internamento ad Auschwitz , la morte in campo di concentramento. Proclamandola patrona d’Europa, scriveva Giovanni Paolo II: «Dichiarare oggi Edith Stein compatrona d’Europa significa porre sull’orizzonte del vecchio continente un vessillo di rispetto, di tolleranza, di accoglienza, che invita uomini e donne a comprendersi ed accettarsi al di là delle diversità etniche, culturali e religiose, per formare una società veramente umana». Era l’indicazione della via del rispetto e dell’accoglienza che nei secoli i santi patroni hanno percorso e indicato ai cristiani e agli uomini di buona volontà.

DA SAPERE. Aiutare l'unificazione nel segno della pace

San Benedetto venne proclamato patrono d’Europa da Paolo VI il 24 ottobre del 1964 con la lettera apostolica Pacis nuntius che definiva il santo di Norcia «messaggero di pace, realizzatore di unione, maestro di civiltà e soprattutto araldo della religione di Cristo». Nella stessa giornata del 24 ottobre 1964 il papa bresciano consacrava la basilica di Montecassino, riedificata dopo la distruzione della guerra, mettendo così idealmente fine alla seconda guerra mondiale. Terminata la guerra si poteva e doveva edificare la nuova Europa nello spirito di unificazione tracciato secoli prima da san Benedetto. Gli altri 5 santi patroni d’Europa sono stati tutti dichiarati tali da Giovanni Paolo II. I santi Cirillo e Metodio vennero proclamati compatroni d’Europa con la lettera apostolica Egregiae virtutis del 31 dicembre 1980. Le sante Brigida di Svezia, Caterina di Siena e Teresa Benedetta della Croce vennero proclamate compatrone d’Europa alla vigilia del terzo millennio con la lettera apostolica Spes aedificandi del 1 ottobre 1999. Un volume sintetico sui profili biografici è «Santi patroni d’Europa» (a cura di Elio Guerriero, San Paolo).

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