Il giusto ruolo del premier in una democrazia parlamentare
mercoledì 9 gennaio 2019

Caro direttore,
sono costernato dalla confusione dei poteri. So che il contratto per governare fu steso da Di Maio e Salvini, rappresentanti di due posizioni diverse, che però convennero su un programma. Poi cercarono Giuseppe Conte, che divenne così il presidente del Consiglio. È una persona che correttamente si è data da fare per portare avanti in Europa la piattaforma pensata per l’Italia. È lui che rappresenta l’Italia come capo del Governo. È il presidente Conte che dovrebbe presentare i progetti in Parlamento (che purtroppo non è chiamato a dibattere le leggi, se non in minima parte). È il presidente Conte che dovrebbe presentare agli italiani le conclusioni del Governo sui problemi del-l’Italia. L’Italia non è stata consegnata a Salvini o Di Maio, che decidono “in prima persona” le scelte fatte dal Governo a nome degli italiani. E molto spesso emergono le loro differenze ideologiche, con conflitti pietosi e deprecabili. Gli esempi da portare sono tantissimi, quotidiani. Sembrano due “prime donne” che strillano l’acuto più alto, ma non sono loro “il” Governo. Se ci sono decisioni da prendere il Parlamento le prenda, e il Presidente del Consiglio le comunichi autorevolmente. Che c’entrano i “due solisti”? Emerge con chiarezza che il loro obiettivo è attirare a sé dei consensi, perché alle elezioni europee non andranno uniti, e deve emergere chi di loro due è il leader più forte. Siamo ad affrontare non i problemi dell’Italia, ma gli interessi di due esibizionisti. Se Conte è il presidente del Consiglio, parli Conte, e gli altri – tutt’al più – commentino quanto Conte ha ufficialmente comunicato. Se non sono d’accordo tra loro, c’è un Parlamento: si incontrino, ma – per favore – parli il Presidente. Grazie

Gianni D’Alessandro Firenze

Nella nostra Repubblica, che è e resta una democrazia parlamentare, le cose dovrebbero andare più o meno come lei dice, caro signor D’Alessandro. Neanche il premier in Italia è un 'solista', per usare la sua immagine, ma un 'primus inter pares'. Ma il suo ruolo è a ragione preminente. Anche la vicenda delle 49 persone tenute in ostaggio nel Mediterraneo a bordo della “See Watch” e della “Sea Eye” – che grazie a Dio e a diverse buone volontà sembra stia trovando soluzione proprio in queste ore – fa capire perché questo è logico e giusto. Se avesse parlato solo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte tutto si sarebbe risolto prima. L’Italia avrebbe dato con più tempestività e più umanità il “la” accogliendo, da grande Paese qual è, una quindicina di profughi e altri Stati della Ue avrebbero fatto la propria parte aprendo le porte ad ulteriori gruppetti di richiedenti asilo fermi a Malta o alle sue porte. Invece, abbiamo assistito alle solite polemiche e alla solita messa in scena. Un quadro desolante e, purtroppo, a tratti anche odioso. Non credo che la lezione serva, visto e considerato che Di Maio e Salvini non sembrano affatto intenzionati a darsi una regolata, ma spero che gli italiani vedano e giudichino.

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