Ansa
Le piogge di martedì non hanno liberato il Nord dall’incubo della siccità. L’osservatorio sulle crisi idriche ha preso atto che sui rilievi montani e pedecollinari hanno toccato i 58/60 millimetri e i livelli del Grande Fiume sono passati, a Pontelagoscuro, da 161 a 200 metri cubi/secondo, per ridiscendere tuttavia nella giornata di ieri. «L’incremento di portata non risolve il problema del pesantissimo deficit esistente, ma lo sposta in avanti di una decina di giorni» spiega una nota dell’Autorità distrettuale del bacino del Po.
Il segretario generale dell’ex Magistrato del Po, Meuccio Berselli, ieri, si è presentato all’osservatorio piuttosto amareggiato per il fatto che le Regioni, presenti al tavolo in cui si era deciso di limitare i prelievi, non abbiano dato seguito all’impegno. I prelievi per irrigare i campi non si sono affatto limitati al 20% dell’acqua disponibile come concordato ma sono addirittura cresciuti del 10%. Negligenza che costa al Po una ritirata di 30 chilometri: le acque del mare Adriatico oramai penetrano nell’asta fluviale inoltrandosi nel Ferrarese e nel Rodigino.
All’osservatorio, Berselli è stato durissimo: «Alla luce di questi dati emersi oggi a cosa serve prendere decisioni, organizzare e coordinare incontri utili con tutti i portatori di interesse, fare ricerche approfondite che costano lavoro ed impegno agli staff tecnici se nessuno prende i provvedimenti amministrativi più adeguati e mette in pratica le decisioni prese aumentando, nei numeri, il prelievo ognuno badando così esclusivamente al proprio interesse ed orticello?». L’effetto piogge è destinato ad esaurirsi in pochi giorni e le cinque stazioni di monitoraggio delle quote idrometriche del fiume restano ancorate al livello di siccità grave (portate in metri rispetto alla media): Piacenza: -0,88 metri; Cremona: -8,20; Boretto: -4,37; Borgoforte: -3,83; Pontelagoscuro -7,16.