Se in Italia nascono sempre meno bambini e le famiglie sono sempre meno numerose non è solo colpa della crisi economica. La denatalità è come un virus che ha intaccato il cuore degli italiani e si è installato nelle loro menti. Per rendersene conto è sufficiente osservare che cosa succede ogni volta che qualcuno tenta di imbastire un ragionamento in tema di aiuti alla natalità, sostegni alle famiglie numerose, sconti per chi cresce ed educa dei figli. Si trova sempre una ragione per eccepire, precisare, sollevare una questione capace di evocare le forze oscure dell’ideologia e bloccare i tentativi di allineare l’Italia al resto (poco o tanto rinsavito) d’Europa. Gli esempi non mancano.
Il "quoziente" familiare per alleggerire le tasse a chi ha più bambini? Non si può fare perché qualche madre potrebbe decidere di restare a casa con i figli. Un assegno universale per ogni bambino? No, può andare anche ai ricchi. Sconti nei trasporti alle famiglie numerose? Bisogna presentare la dichiarazione dei redditi. Il Fattore famiglia? Costa, meno degli aiuti alle banche, ma pur sempre costa.L’ultima trovata arriva dalla Lombardia, dove si sta discutendo di un progetto di legge della maggioranza di centrodestra, proposto da Lombardia Popolare, per agevolare chi ha più figli nell’accesso a una serie di servizi sociali che già richiedono la presentazione dell’Isee. Lo hanno chiamato "Fattore famiglia", ma ha un problema di fondo: premia chi ha più figli. Già, ovvio, verrebbe da dire, e dove sta il problema? Semplice: fatti due conti, si è scoperto che i lombardi in realtà non fanno molti bambini, gli stranieri invece sì. Il tasso di fecondità regionale è di 1,44 figli per donna, più della media nazionale di 1,35, ma mentre le lombarde si fermano a 1,29 figli, le straniere sono a 2,14.Capito questo, Lega e Fratelli d’Italia hanno chiesto subito correttivi per una soluzione che non penalizzi i cittadini italiani e soprattutto i lombardi. Anche il governatore Roberto Maroni si è detto favorevole alle misure pro famiglia, sempre però a patto che vengano premiati i lombardi. Contro il Fattore si è schierata anche Sel, ma contestando tout court il principio di favorire chi ha più figli, nonostante tutte le indagini accostino la povertà alla presenza di una prole numerosa. Ma non è questo, ora, il cuore del problema.
L’Italia si trova in una drammatica condizione di emergenza demografica e vi è una regione, la più ricca del Paese, che può mandare un segnale a tutta la nazione, fare da apripista e costituirsi come guida in tema di politiche familiari, dopo i segnali incoraggianti dell’ultima manovra del governo, e invece si incarta in uno sterile dibattito sull’origine dei bambini.È evidente, non lo si può negare, che una soluzione può essere trovata per dare un equilibrio "territoriale" nella direzione dell’equità a una misura che nasce per favorire l’accesso ai servizi sociali a chi ha veramente bisogno. Ma la politica deve saper evitare il cortocircuito che si rischia quando le misure a favore dei poveri vengono confuse con quelle a beneficio delle famiglie; o quando ci si vuole presentare al proprio elettorato come paladini di un quadro di valori, salvo scoprire che strada facendo qualcosa di grosso e di fondamentale, ahinoi, è andato perso. La realtà è che abbiamo così tanto bastonato la famiglia, da un punto di vista economico e valoriale, abbiamo così a lungo penalizzato e umiliato l’aspirazione a diventare madri o padri in Italia, a tutti i livelli, che ci troviamo oggi nella paradossale situazione di avere in tasca qualche caramella da distribuire, ma non ci sono più i bambini che giocano in cortile.
Arrivano gli stranieri a riempire in parte quel vuoto, è vero. E cosa vogliamo fare? Ricominciamo a parlare di famiglia senza pregiudizi e senza steccati, creando le condizioni perché gli italiani possano riscoprire la bellezza e l’utilità di vivere in un contesto sociale e culturale "family friendly", dove chi ha figli è aiutato e non penalizzato? Oppure lasciamo le cose come stanno, aspettando che anche gli stranieri pian piano smettano di fare figli, così da risolvere alla radice il problema degli aiuti alle famiglie? La scelta non è tra un colore o l’altro, tra Fattore famiglia o Fattore camuno, ma tra una politica che s’inchioda a un triste e interessato presente, guardando al prossimo sondaggio o alla prossima tornata elettorale, e una che riesce a spingersi più lontano, più in alto. Preparando il futuro.
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