Mi hanno raccontato una leggenda. Me l’ha raccontata un prete, non so chi la abbia raccontata a lui. Dunque, ai tempi in cui San Bernardo viaggiava a cavallo per tutta l’Europa per fondare nuovi monasteri, una sera d’inverno arrivò stanco in una locanda di una piccola città. Condusse il cavallo, sfinito e sudato per il lungo galoppo, nella stalla, e lo affidò allo stalliere. L’uomo, un vecchietto ingobbito, cominciò a abbeverare la bestia, poi, mentre le toglieva la sella e le briglie, attaccò discorso con lo sconosciuto monaco. «Freddo stasera, eh, fratello? Si gela, qui... Ah, che bella vita fate voi monaci: tutto il giorno tranquilli a pregare, furbi che siete, l’avessi fatto io... E invece, l’intera giornata in stalla, tra lo sterco, al freddo, a sgobbare...». Bernardo sorrise, e rispose al vecchio: «Davvero tu credi che pregare sia tanto facile? Allora guarda, ti propongo una sfida: se riesci a recitare a voce alta un Padre Nostro senza distrarti un momento, io ti regalo il mio cavallo». Lo stalliere spalancò gli occhi: era un gran bel cavallo quello, e giovane. «E me lo regali solamente per un Padre Nostro»? domandò incredulo. «Purché tu lo reciti senza distrarti un istante», ripeté Bernardo, sempre con quel leggero sorriso.
Il vecchio, eccitato e sbalordito, cominciò a pregare: «Padre Nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo, così in Terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e... Ma senti, fratello, il cavallo, me lo regali con la sella o senza?». E fu così che Bernardo si tenne il suo cavallo. La piccola leggenda mi è rimasta in mente.
Perché quante volte, quando uno decide di pregare, subito gli vengono in mente cento altre cose. «Padre Nostro, che sei nei cieli...' Ma, avrò chiuso a chiave la porta di casa? Mi sono scordato di passare in tintoria. Cosa faccio da mangiare per stasera? Non cattivi pensieri, ma piccole questioni di poca importanza. Fastidiose, però. Cose da niente, come quei bzzzz, quei brusii che si sentono nella radio quando un canale non è perfettamente sintonizzato. Come se qualcuno disturbasse la frequenza su cui viaggia il nostro Padre Nostro. Che ci sia forse un piccolo diavolo, incaricato di mettersi di traverso quando si inizia a cercare Dio?
Me lo immagino come un diavolo striminzito, basso, una mezza cartuccia di diavolo, capace solo di fare quello: distrarre gli uomini che vorrebbero pregare. Tanti altri diavoli fanno cose ben più grandi e cattive, e forse il diavolo che si intromette sulle frequenza delle preghiere si sente uno da poco: lui sa fare, semplicemente, quel 'bzzzz'. Però, quante preghiere interrotte, sprecate, abbandonate. Quanto bene perduto. «Ma senti, fratello, il cavallo, me lo regali con la sella o senza?» Bzzzz. E il piccolo diavolo sarà scoppiato a ridere: questi uomini, quanto sono irrimediabilmente distratti.
Dopo un anno questa rubrica si conclude e Marina Corradi passa il testimone a Roberto Righetto – firma conosciuta e amata, in passato a lungo a capo della sezione culturale di Avvenire, Agorà – che dal prossimo giovedì terrà la rubrica 'Tabula Rasa'.