L’eurodeputato leghista Mario Borghezio ha inanellato in 48 ore una serie di cantonate degne di una fama che ultimamente (e fortunatamente) andava impallidendo. Domenica aveva cominciato bene, per la verità, partecipando, sul sagrato del Duomo di Milano, a una manifestazione a favore dei copti egiziani perseguitati. Ma nel corso dell’evento non s’è trattenuto dall’indulgere a una deprecabile tendenza che condivide con alcuni compagni di partito: l’attacco immotivato e volgare all’arcivescovo di Milano. La presunta colpa del cardinale Tettamanzi? Non essere intervenuto a favore dei fratelli di fede cristiana. Non è stato difficile elencargli, da più parti, ciò che Tettamanzi ha detto e fatto, anche solo in questi giorni: dall’omelia del primo dell’anno alla preghiera dell’Epifania con esponenti copti, fino alla visita ufficiale di un suo delegato all’arcivescovo ortodosso Kyrollos. Non pago, però, Borghezio c’è ricascato ieri, quando ha riesumato un altro vizietto del radicalismo leghista: l’insulto al Mezzogiorno d’Italia. L’Abruzzo terremotato? «Un peso morto, che si lamenta, fa sceneggiate e aspetta gli aiuti. C’è bisogno di uno scatto di dignità degli abruzzesi». Sommerso dall’indignazione generale, ha infelicemente precisato: «Non ce l’ho con l’Abruzzo, ma con il solito Sud piagnone. Smentisco intenti razzisti». Per concludere: «Amo dire quello che penso». E se pensasse invece a quello che dice?