Alla fine dello scorso giugno, commentando l’avvio dei tagli ai "costi della politica", provammo a suggerire una linea di rigorosa tenacia e coerenza a deputati e senatori: da quel momento – su quei temi – gli italiani avrebbero capito e accettato solo passi avanti. Perché i cittadini – nell’aspra stagione di sacrifici che viviamo – meritano messaggi inequivocabili e, soprattutto, un severo e sereno buon esempio. Lo pensiamo più che mai. E registriamo perciò con grande interesse, e con il consueto rispetto per la massima istituzione rappresentativa della nazione e della sovranità popolare, questa decisa ripresa d’iniziativa delle Camere secondo i tempi già annunciati. Certo, ci sarà chi non si accontenterà delle nuove sforbiciate e chi rinfaccerà ai parlamentari le resistenze e le giravolte degli ultimi mesi sulla questione dei vitalizi e degli emolumenti a vario titolo percepiti. Ma il messaggio è serio, chiaro e forte. C’è voluto un po’ troppo per farlo arrivare, e però è arrivato: accompagnando e, in un certo senso, coronando il varo da parte del Governo di importanti misure di "moderazione salariale" ai vertici della pubblica amministrazione. Bene così, avanti così.