giovedì 25 febbraio 2010
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Caro direttore,i termini per pagare il canone Rai sono scaduti. Allora la tv di Stato manda in onda uno spot. Milly Carlucci entra in una casa dove trova marito, moglie ed una coppia di giovani (fidanzati, sposi, conviventi, fratello o sorella? Boh...). Ricordano Lascia o Raddoppia?... e i 32 anni di matrimonio. La conduttrice incoraggia la giovane coppia a ripercorrere le orme dei vecchi. In risposta ottiene che... il canone sì, è giusto pagarlo, piuttosto due volte, ma 32 anni di vita coniugale, per favore, no! Un tantino irritante. Un ideale, quello della vita a due forever, ancora largamente condiviso, vien fatto passare come una condanna. Più del canone sulla cui equità, ormai, si discute da tempo.  Fotografia del pensiero dei giovani? Più che un’istantanea, un fotoritocco... perché molti sociologi concordano che anche nelle giovani generazioni prevale il «sogno» di una famiglia stabile su quello di legami fluidi; anche se poi la paura di un possibile fallimento, suggerisce a molti la «prova» della convivenza. E allora, perché per convincere i ritardatari... si è voluto usare quella immagine? Ci illumini chi può!

Andrea e Valentina Bernardini

La Rai, un po’ in affanno e bersagliata da tanti fronti, sta cercando di limitare i danni con una campagna abbonamenti che vede impegnati i suoi personaggi più popolari in una «operazione simpatia». Ambientazioni familiari, clima cordiale, arredamenti normalissimi, dialoghi amichevoli. Verrebbe da dire che si tratta di un’immagine quasi opposta a quella che viene prevalentemente veicolata anche dagli sceneggiati e dai talk show dell’emittente pubblica. Ma la «trasgressione» all’insegna del politicamente corretto che viene incensata e propagandata, a quanto pare non va più bene quando bisogna «battere cassa». In questo caso nulla appare più solido e affidabile della buona e vecchia famiglia tradizionale, magari proprio quella che sta insieme «addirittura» da 32 anni, con una coppia che non mostra alcuna traccia di incrinature. Poi c’è la battuta che voi, cari amici, stigmatizzate, che a me ha dato proprio l’impressione di un espediente teatrale, volto più a catturare il sorriso che non a manifestare un’obiezione o una presa di distanza. Ma forse è eccessivo andare a elaborare dietrologie fantasiose. E quindi, pur rilevando che quella frase non può esser certo considerata beneaugurante (e che forse gli «sceneggiatori» potevano pensarci un po’ su prima di montarla nello spot), resta il valore della considerazione che svolgevo in precedenza, con apprezzamento e riflettori puntati sulla «coppia normale». Confido, però, a questo punto, in un po’ di consequenzialità: se la famiglia tradizionale fa comodo nel momento del bisogno, quando si bussa per chiedere di onorare un abbonamento che è sostanzialmente una tassa (tra quelle più avversate, peraltro), mi parrebbe giusto darle credito e giusto spazio anche nelle trasmissioni (e nelle fasce orarie) principali. Non è chiedere troppo. O no?
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