Nei giorni scorsi attraverso la voce del sindacalista Aboubakar Soumahoro i braccianti immigrati sfruttati nelle campagne di tutta Italia hanno inviato un appello al pontefice perché raccogliesse il loro grido e le loro speranze. Le condizioni in cui migliaia di "nuovi schiavi" vivono sono al di sotto dei più basilari diritti umani. Le parole dei braccianti hanno colpito il pontefice che nel corso dell'udienza del mercoledì ha voluto rivolgere un saluto rilanciando le loro istanze.
"Ringraziamo papa Francesco per aver accolto e risposto al nostro appello, lanciato il Primo maggio dalle baraccopoli di lamiere nelle campagne del foggiano, per chiedere - ha detto Soumahoro - diritti e dignità per noi braccianti schiacciati dallo strapotere della Grande distribuzione organizzata e dall’avidità dei giganti del cibo".
“In occasione del 1° maggio – ha rivelato Francesco durante l'udienza – ho ricevuto diversi messaggi riferiti al mondo del lavoro e ai suoi problemi. In particolare, mi ha colpito quello dei braccianti agricoli, tra cui molti immigrati, che lavorano nelle campagne italiane. Purtroppo tante volte vengono duramente sfruttati”.
Poi il pontefice ha aggiunto: “È vero che c’è crisi per tutti, ma la dignità delle persone va sempre rispettata”, il monito del Papa: “Perciò accolgo l’appello di questi lavoratori e di tutti i lavoratori sfruttati e invito a fare della crisi l’occasione per rimettere al centro la dignità della persona e del lavoro”.
Intervistato da Avvenire alla vigilia del 25 Aprile, parlando della regolarizzazione degli sfruttati costretti all'irregolarità che alimenta la schiavitù, Soumahoro aveva detto che "abbiamo bisogno di una rivoluzione spirituale, di una solidarietà nuova, di ripartire dall’altro mettendo da parte il modello di avidità e di egoismo. Quando il Primo maggio dell’anno scorso il Papa mi ricevette in udienza, mi disse: “Vai avanti e non ti fermare mai”. Si riferiva a quella ricerca che stiamo facendo del “noi” contro l’egoismo, fino alla difesa della sacralità della vita".
Il video con l'appello dei braccianti e la risposta di Papa Francesco viene diffuso in queste ore in varie lingue, perché il messaggio che parte dalla campagne italiane è, purtroppo, la testimonianza di un sopruso siffuso in tutto il mondo.