Daniela Cerri ha 22 anni e si sta laureando in comunicazione d’impresa. “Da un anno sto cercando di eliminare completamente la plastica da casa, insieme a mia sorella, e siamo quasi riuscite. Usiamo spazzolini in bambù, shampoo solido e creme in vasetti in vetro e tappo di alluminio. E poi ho sempre preso i mezzi, cerco di evitare la macchina. Il prossimo passo sarà migliorare l’alimentazione e comprare meno carne, che già non consumiamo molto. Sono tutte cose che richiedono un certo studio”. Tante scelte si fanno al supermercato: “Uno spesso compra le cose che trova più veloci, come la carne confezionata nella plastica. Dovrebbe esserci anche un’altra scelta, che fa meno danni all’ambiente. Invece per ora sta alle persone informarsi e andare a cercare negozi che vendano cose senza imballaggi che inquinano, o a chilometro zero. Spesso sono luoghi lontani da casa e che non sono facili da raggiungere senza usare la macchina” - Foto di Chiara Vitali
Maria Elena lo Mauro ha 28 anni e alza un cartello con la scritta “If climate can change, so can you” (“Se il clima può cambiare, puoi farlo anche tu”). “Abbiamo appena organizzato un festival sulla sostenibilità e sull’economia circolare che si è svolto fino al 26 di settembre, il ERRE A Re-generation fest di Polcenigo e Caneva. Io in particolare cerco di non sprecare cibo, evito la macchina il più possibile e organizzo eventi di sensibilizzazione. E soprattutto cerco di non imporre agli altri la mia idea: provo a dare il buon esempio più che un giudizio, altrimenti si ottiene l’effetto opposto e la sensibilizzazione non funziona”. C’è qualcosa che vuoi aggiungere? “Che si può. Si può cambiare. Piano piano, e non serve la perfezione, una cosa alla volta. Siamo tante piccole gocce, ma le gocce servono. Se ognuno di noi non ci fosse oggi, questa manifestazione non ci sarebbe. Siamo qui e siamo un oceano” - Foto di Chiara Vitali
Lorenzo Mazzocco ha 21 anni e studia ingegneria energetica al Politecnico di Milano. “Io ho un’idea molto precisa sul cambiamento climatico: va affrontato in maniera razionale e a sangue freddo: bisogna vedere da dove vengono le emissioni per azzerarle. Le principali emissioni di gas climalteranti oggi vengono dalla produzione energetica. E quindi io ho scelto di fare ingegneria energetica, così posso avere un impatto sulla realtà più forte”. Lorenzo tiene un cartello con il disegno di un atomo, di pianeta e poi la scritta “We are on the same side” (“Siamo dalla stessa parte”). “Faccio parte di un'associazione ambientalista che di chiama Nucleare e Ragione che si propone di fare divulgazione sul nucleare: vogliamo far capire alle persone che il nucleare è una delle fonti con meno emissioni di carbonio per unità di energia prodotta e che in Europa la metà dell’energia pulita viene dal nucleare. Spero che vedendo il cartello qualcuno si incuriosisca e provi ad informarsi un po’ di più su questo tipo di energia, che non è il demonio, come spesso viene presentato” - Foto di Chiara Vitali
Maria Beatrice Pavanello ha 27 anni e gestisce la pagina social “Ecologista imbruttita”. “Sui social racconto i miei cambiamenti da milanese imbruttita a persona più green”. Alcuni esempi? “Ho cominciato a ripensare ogni ambiente di casa. A partire dal bagno, ho eliminato i prodotti con packaging di plastica. In campo alimentare provo a ridurre drasticamente consumo di carne. Mi impegno per limitare, se non eliminare, gli acquisti di fast fashion a basso costo e a comprare l'usato”. Trovare le informazioni giuste per avere uno stile di vita più sostenibile e quotidiano non è facile. “È impegnativo perché se ne parla poco. Io cerco di diffondere la conoscenza tra i miei amici e la mia soddisfazione oggi è vederli qui con me. Vedo che i piccoli cambiamenti che scelgo si riflettono anche nella cerchia di persone che ho intorno, quindi vale la pena spenderci tempo”. Cambiare le proprie abitudini non è immediato. “Una volta ho provato a fare cambiamenti drastici, tutti insieme: non sono riuscita e quindi mi sono demoralizzata. Ci vuole un tempo”. - Foto di Chiara Vitali
Lorenzo Pozzan ha 20 anni, è uno studente e lavoratore. “Nella vita di tutti i giorni cerco di usare sempre i mezzi pubblici. Se uso la macchina lo faccio in condivisione con altri, per usare meno automobili possibile. Faccio la raccolta differenziata e non fumo”. Che cosa speri? “Che queste proteste possano rompere le scatole a qualcuno”. - Foto di Chiara Vitali
In piazza presenti anche gruppi di studenti delle scuole medie. N.R ha tredici anni e frequenta una scuola di Milano. “Credo che nella vita di tutti i giorni già fare la raccolta differenziata sia un gran passo perché ci sono tante persone che non la fanno. Io vado a scuola a piedi anche se è a mezz'ora di distanza da casa mia, anche questo può aiutare: non andare e tornare in macchina tutti i giorni”. E a scuola se ne parla? “Sinceramente non ne parliamo moltissimo. L'anno scorso c'era un programma di sensibilizzazione su questo argomento ma molte insegnanti lo hanno saltato”. Anche E.B ha tredici anni, fa la raccolta differenziata, va sempre a scuola a piedi e cerca di sprecare sempre meno plastica. “C'è un urgente bisogno di fare qualcosa, potrebbe mancare poco ad una catastrofe. Dagli adulti mi aspetto che facciano qualcosa anche se, con tutto il rispetto, non mi sembra lo stiano facendo”. M.M frequenta la terza media di una scuola di Milano “Nella mia quotidianità faccio la raccolta differenziata e non compro mai, ma mai, le bottiglie di plastica, uso sempre bottiglie di vetro o bevo l’acqua del rubinetto. Si potrebbero fare moltissime altre cose, che infatti vorrei iniziare a fare, ma ci sono dei cambiamenti ancora più drastici che forse noi da soli non siamo in grado di realizzare”. Anche perché “Io ho tredici anni e mi trovo addosso questo peso di dover pensare a come vivere, è una cosa che secondo me fa crescere ma è anche un po’ pesante” - Foto di Chiara Vitali
Walter L. ha 24 anni e studia Lingue e culture per la comunicazione internazionale. “Ho iniziato dalle basi: non usare più bottigliette di plastica, comprare filtri per acqua e vestiti di seconda mano e vintage. Mi rendo conto che è una cosa che costa: salvare l’ambiente paradossalmente costa. Se non abbiamo la possibilità di fare queste cose, possiamo comunque nel nostro piccolo sensibilizzare gli altri. Io ci provo sui miei canali social, dove parlo anche di questo argomento”. Anna C. ha 23 anni e studia Relazioni internazionali: “Mi sono trasferita a Milano e cominciando a vivere a mie spese ho capito, ad esempio, quanta plastica produco: ora sto cercando di partire da qui, dal mio piccolo” - Foto di Greta Dircetti
Martina Miccichè ha 28 anni e Saverio Nichetti ne ha 32. Lei è fotografa e dottoressa in relazioni internazionali, lui è videomaker e fotografo. “La prima cosa da dire è che siamo vegani e crediamo sia fondamentale parlare di antispecismo quando si parla di crisi climatica e di riduzione delle emissioni. Abbiamo poi cercato di ridurre il più possibile i consumi e lo spreco, soprattutto per quanto riguarda i nostri comportamenti di acquisto: sposiamo un approccio non consumista, compriamo cose solo quando sono davvero necessarie. Cerchiamo di fare acquisti il più sostenibili possibile e ovviamente non è semplice: bisogna anche stare attenti al greenwashing. È un lavoro di ricerca costante e purtroppo non tutti hanno il tempo o le risorse per farlo”. Anche per questo, Martina e Saverio curano un blog e una pagina Instagram, “Always Ithaka”: “Attraverso i nostri canali cerchiamo di mettere a disposizione di tutti le competenze che abbiamo acquisito con i nostri studi, perché tutti possano avere più risorse. Cerchiamo di fare una divulgazione che possa agire sia sulla società civile che sui comportamenti di voto, perché ci sia più consapevolezza” - Foto di Greta Dircetti
Eneo Cifliku ha 22 anni e studia ingegneria aerospaziale. “Io sono vegano: non consumo carne né derivati perché la produzione intensiva di carni ha un impatto catastrofico per quanto riguarda l’anidride carbonica. Uso i mezzi pubblici il più possibile. Nella quotidianità cerco di fare le scelte più etiche. Però è indubbio che la responsabilità singola ha poco a che vedere con le dimensioni dell’apparato di produzione dell’energia e per la gestione internazionale delle emissioni. È per questo che oggi siamo qui: per chiedere che venga fatto qualcosa" - Foto di Greta Dircetti
Eliana Poillucci ha 28 anni e fa parte di Fridays for Future. “Io partecipo ad un progetto per la scuola: teniamo delle lezioni di due-tre ore sul cambiamento climatico. Vediamo che ce n’è bisogno perché sia studenti che professori spesso non sono preparati, non hanno riferimenti per capire dati scientifici. C’è tanta letteratura scientifica ma spesso non viene ascoltata”. L’impegno si condivide con altri: “Insieme ad altre associazioni promuoviamo eventi di sensibilizzazione sulla crisi climatica, soprattutto a livello locale, partendo da ciò che succede sui territori”. Cosa possiamo fare nel nostro piccolo? “Sicuramente c’è bisogno di dare valore alla comunità a livello locale e ascoltare tutti i suoi attori. La cosa bella e utile è creare un dialogo, agire in un unico “noi”. Adesso invece sembra esserci sempre una contrapposizione tra un “noi” e un “voi”. Ma la crisi climatica è un problema di tutti” - Foto di Greta Dircetti
Lorenzo ha 21 anni e ha deciso di studiare ingegneria energetica per rispondere alla crisi climatica e avere un impatto sulla realtà più forte. Maria Beatrice ha 27 anni, gestisce la pagina social “Ecologista imbruttita” e ha eliminato da casa gli imballi di plastica. Maria Elena, 28 anni, ha appena organizzato un festival sulla sostenibilità e sull'economia circolare. Martina e Saverio sono vegani e gestiscono il blog di divulgazione e sensibilizzazione "Always Ithaka". Sono solo alcune delle storie che i giovani scesi in piazza a Milano questa mattina ci hanno raccontato.
A ciascuno di loro abbiamo chiesto quali azioni svolgono concretamente per affrontare la crisi climatica. Nella fotogallery abbiamo raccolto le loro risposte.