mercoledì 25 novembre 2020
Le chiese riapriranno per le celebrazioni dal 2 dicembre, osservando le regole di prudenza necessarie
Messa ai tempi del coronavirus

Messa ai tempi del coronavirus - Ansa/Epa

COMMENTA E CONDIVIDI

«Sono contentissimo di poter tornare a Messa, soprattutto a Natale. Rispettiamo la distanza di due metri e l’igienizzazione delle mani e il rischio di prendere il virus é bassissimo». Con queste parole il parlamentare cattolico sir Edward Leigh ha dato il benvenuto alla decisione del premier Boris Johnson di riaprire le chiese per le funzioni il prossimo 2 dicembre. Il primo ministro aveva vietato le liturgie religiose agli inizi di novembre quando aveva introdotto il secondo lockdown nazionale.

Soltanto dopo una lunga battaglia condotta dai leader delle diverse religioni, simile a quella avvenuta in Francia, ha deciso di riavviare le liturgie. È stato proprio Leigh, insieme ad altri deputati e lord cattolici, a scrivere al premier per sottolineare come le chiese fossero sicure.

Come è avvenuto in Francia anche in Gran Bretagna molti vescovi hanno criticato il governo. Per la ripresa delle Messe si sono battuti il primate cattolico, cardinale Vincent Nichols, e quello anglicano Justin Welby che hanno parlato della sospensione delle celebrazioni come di una «fonte di angoscia». Le diverse fedi hanno anche dato vita a una sorta di task force che ha inviato ai ministri competenti Michael Gove e Robert Jenrick un dossier ricco di prove scientifiche a favore della riapertura.

A dare il benvenuto alla ripresa delle funzioni è stato il vescovo anglicano di Londra, Sarah Mullally, che ha parlato della gioia di poter tornare in chiesa per Natale. Tra una settimana, con le Messe, riapriranno anche negozi non essenziali, palestre, parrucchieri ed estetiste ma la Gran Bretagna tornerà ad essere divisa in tre aree a seconda del rischio.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI