La distruzione dopo i raid russi a Dnipro - ANSA
Un inviato di guerra del quotidiano russo Izvestia è rimasto ucciso in un attacco di droni ucraini nella regione sudorientale di Zaporizhzhia. L'attacco è avvenuto venerdì mentre il giornalista Semyon Eremin e la sua troupe tornavano da un reportage nel villaggio di Pryiutne, in prima linea. «Sono stati attaccati da diversi droni nemici. Il primo attacco è andato a vuoto, ma durante il secondo il giornalista è stato ferito ed è morto», ha riferito la testata. Eremin, 42 anni, aveva già lavorato dal fronte nella regione orientale di Donetsk e durante l'assedio di Mariupol.
La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha condannato fermamente l’attacco, definendolo un «atto di vendetta» per il suo lavoro giornalistico. «Chiediamo che le organizzazioni internazionali e le strutture per i diritti umani condannino immediatamente e con decisione l’ennesimo brutale omicidio di un giornalista russo», ha affermato. Secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti, un'organizzazione per la libertà di stampa, almeno 15 giornalisti sono stati uccisi mentre seguivano il conflitto in Ucraina.
La guerra in Ucraina è sempre più una guerra dei cieli, con il ventaglio degli obiettivi che si allarga sempre più. Le forze ucraine hanno attaccato l'infrastruttura energetica che alimenta gli impianti dell'industria militare russa: sono state colpite sottostazioni elettriche e una base di stoccaggio di carburante. Decine di droni ucraini hanno attaccato le regioni russe di Belgorod, Bryansk, Kursk, Tula, Smolensk, Ryazan, Kaluga e Mosca.
Dall’altra parte, Mosca ha lanciato missili contro Odessa e sulla città di Zaporizhzhia colpendo infrastrutture industriali. Le difese aeree ucraine hanno poi abbattuto due missili Kh-59/Kh-69 sulle acque del Mar Nero.