«Chi è meglio: un dilettante onesto o un professionista corrotto?», chiede lo speaker di una trasmissione in onda di primo mattino in diretta nazionale. La sua voce è diffusa dall’autoradio di un pick-up che corre veloce per le strade di Kiev. A bordo, con un’espressione assorta, c’è Volodymyr Zelensky, anzi, il personaggio che interpreta dal 2015. È la scena iniziale di “Servitore del Popolo 2”, film del 2017 basato sull’omonima serie tv. Ha avuto 9 milioni e 600mila visualizzazioni su YouTube e il primo milione è arrivato in sole 24 ore.
La serie e i film raccontano la vicenda di un insegnante di liceo, inaspettatamente eletto presidente dell’Ucraina dopo che un video, diventato virale, lo immortala mentre lancia un’invettiva contro la corruzione della classe politica. I numerosi episodi che da tre anni e mezzo portano Zelensky nelle case degli ucraini hanno per sottotitolo «storia del prossimo presidente» e, visto com’è finita la competizione di domenica, nessuno slogan poteva essere più azzeccato.
Attore comico in dozzine di film, show e in tre stagioni della popolare serie tv (l’ultima trasmessa quattro giorni prima del voto), Zelensky, 41 anni, è anche co-fondatore e produttore creativo di Studio Kvartal 95, casa di produzione di format tv nata nel 2003 e diventata «monopolista dell’umorismo domestico», come l’ha descritta nel 2015 la rivista Forbes, che più volte l’ha collocata in cima alla classifica delle imprese di showbiz di maggior successo in Ucraina.
Sulla convinzione che per governare sia meglio un cittadino inesperto ma onesto, piuttosto che un politico con esperienza e corrotto, il neo-presidente ha puntato tutto, nella fiction come nella realtà. Ha intercettato il desiderio di milioni di ucraini di vedere al comando un volto nuovo, estraneo alla politica percepita come «tossica».
A fine 2018 in cima ai sondaggi c’era Julija Timoshenko, figura di punta della Rivoluzione Arancione del 2004. Poi, a capodanno, il terremoto, con l’annuncio della candidatura dell’attore.