giovedì 25 luglio 2024
Cinque bombe in dieci ore sulla seconda città del Paese. Le organizzazioni umanitarie: gli sminatori nel mirino dell'esercito russo. Pioggia di droni di Mosca per individuare gli obiettivi
Missili russi sulla stazione e sui volontari delle Ong. L'ora buia di Kharkiv
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Un rombo ha svegliato alle cinque di mattina la famiglia Bierishev nel suo appartamento di un condominio di stampo sovietico. «Come se un aereo volasse a bassissima quota sopra di noi - racconta Dmitry-. Ci siamo alzati tutti: io, mia moglie e i miei due figli. Ma sapevamo bene che era ben altro quello transitava sulle nostre teste». Un missile. E, dopo pochi secondi, l’esplosione. La prima delle cinque che ieri hanno fatto tremare Kharkiv e il suo milione e mezzo di abitanti. Cinque attacchi in dieci ore, dall’alba alle cinque del pomeriggio, sulla seconda città dell’Ucraina. Con altrettanti missili lanciati dalla vicina regione russa di Belgorod. Come non accadeva da maggio, ossia da quando il Cremlino ha lanciato la nuova offensiva sulla metropoli nell’estremo oriente del Paese. Sogno proibito di Putin che fin dall’inizio della guerra ambisce a mettere le mani sull’ex capitale a cinquanta chilometri dal confine con la Russia. Non c’era riuscito nei primi mesi d’invasione quando la città era stata stretta d’assedio e devastata. Ci sta riprovando da tre mesi. Con una doppia tattica: via terra, conquistando una serie di abitati lungo la frontiera, e in cielo, tornando a bersagliare Kharkiv con missili, droni kamikaze e bombe plananti.

A Kharkiv la sede della ong svizzera Fsd, impegnata nello sminamento, devastata da un missile russo

A Kharkiv la sede della ong svizzera Fsd, impegnata nello sminamento, devastata da un missile russo - Gambassi

«A maggio abbiamo avuto 76 raid; a giugno 22. Però l’allentamento della furia russa sulla città è solo apparente», aveva dichiarato lunedì il sindaco Ihor Terekhov per spiegare la chiusura di un polo commerciale in pieno centro imposta domenica dall’amministrazione comunale. «Avevamo avuto un rapporto dell’intelligence che annunciava un bombardamento contro il megastore. E allora abbiamo deciso che restasse deserto». È stata ieri la giornata dell’accanimento targato Mosca. La metropoli è stata colpita in ogni direzione lungo il perimetro. Il primo missile è piombato a nord, sul quartier generale della Fsd, fondazione svizzera impegnata nello sminamento del Paese che la guerra ne fatto lo Stato più contaminato di mine al mondo. Poi un ordigno è caduto sull’ecoparco, come qui viene chiamato lo zoo, che si trova nel quadrante nord-occidentale. Un altro a sud-est sull’agglomerato di Lozova dove è stato distrutto un edificio comunale e due persone sono morte. All’ora di pranzo il raid contro lo scalo merci ferroviario vicino alla fermata della metropolitana di Kholodna Hora, nell’omonimo quartiere occidentale della città. E l’ultimo a metà pomeriggio che ha distrutto la villa dell’imprenditore Yury Sapronov. «Se sono stato preso di mira, spero sia scoperto - dice -. Ma non mi arrendo».

La villa di un imprenditore di Kharkiv distrutta da un missile russo

La villa di un imprenditore di Kharkiv distrutta da un missile russo - Ansa

Target tutt’altro che casuali, secondo gli investigatori. «Affermare che Kharkiv è nel mirino significa dire anche che abbiamo delle spie fra noi pagate da Mosca e soprattutto che siamo in una sorta di Grande Fratello. Sui cieli della nostra regione si muovono ogni giorno dai cinque ai dieci droni russi», racconta l’agente Andrji Kulyk. Droni di ricognizione che «inviano informazioni al nemico per individuare i punti da colpire». Come può essere accaduto per la Fsd. La sua sede è in un palazzo a vetro. Ora completamente sventrato. Il razzo è penetrato fra i cinque piani che sono crollati. «Se fosse successo qualche ora dopo, ci sarebbero state almeno trenta persone dentro», raccontano i dipendenti. Un cartello sulla recinzione segnala ancora l’organizzazione elvetica. «Ma ciò che ha potuto farne un bersaglio è stata la concentrazione di auto nel piazzale interno», sostiene l’investigatore. «Non è la prima volta che viene attaccata la sede di una Ong internazionale a Kharkiv - riferisce uno degli amministrativi della Fsd -. L’intento è terrorizzarci».

A Kharkiv la sede della ong svizzera Fsb, impegnata nello sminamento, devastata da un missile russo

A Kharkiv la sede della ong svizzera Fsb, impegnata nello sminamento, devastata da un missile russo - Gambassi

«I volontari sono uno degli obiettivi preferiti da Mosca», fa sapere Dmitry, braccio operativo dell’organizzazione umanitaria “Est-Ovest” impegnata anche nelle evacuazioni degli agglomerati verso cui avanza l’esercito russo. «Dopo le forze armate, sono proprio le Ong che registrano il maggior numero di morti nelle zone calde intorno a Kharkiv», osserva. Dieci quelli uccisi in trenta giorni, fra maggio e giugno, quando le truppe di Mosca hanno strappato all’Ucraina parte di due distretti a ridosso del confine: quello di Vovchansk, cittadina ormai rasa al suolo dopo essere diventata campo di battaglia e per metà conquistata, e quello di Lyptsi, in cui i militari del Cremlino si sono attestati alle porte del Paese. Se cadesse, i battaglioni di Putin giungerebbero a meno di trenta chilometri da Kharkiv: una distanza che permetterebbe alla Russia di attaccare la città non solo con le bombe ma anche con l’artiglieria. E sarebbe una nuova ecatombe.

A Kharkiv la sede della ong svizzera Fsd, impegnata nello sminamento, devastata da un missile russo

A Kharkiv la sede della ong svizzera Fsd, impegnata nello sminamento, devastata da un missile russo - Gambassi

«Chi scegliere di vivere o restare a Kharkiv non ha paura», sostiene Adina Melnyk che ieri non ha mai abbassato le saracinesche del suo negozio di fiori nonostante gli allarmi a ripetizione. Nelle ultime 24 ore l’allerta antiaerea è durata 14 ore. Le autorità locali continuano a ripetere “Andate al sicuro” ogni volta che scattano le sirene. Ma la percentuale di chi segue le indicazioni è minima. I rifugi sono soprattutto le stazioni della metropolitana, i pochi mini-bunker in cemento armato sistemati alle fermate dei bus e qualche centinaio di seminterrati che il municipio ha trasformato in punti d’accoglienza. «Però ne facciamo volentieri a meno - confida Adina facendosi interprete di una mentalità diffusa -. Sarebbe come darla vinta alla Russia che vuole costringerci a non vivere più».

A Kharkiv la sede della ong svizzera Fsd, impegnata nello sminamento, devastata da un missile russo

A Kharkiv la sede della ong svizzera Fsd, impegnata nello sminamento, devastata da un missile russo - Avvenire

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