venerdì 11 settembre 2020
L’ex colonnello Montano guidò la strage dell’università cattolica a San Salvador
L’ex colonnello Inocente Montano

L’ex colonnello Inocente Montano - .

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Hanno atteso trent’anni sperando in un barlume di giustizia e riparazione. E ieri i familiari e i compagni dei cinque gesuiti spagnoli uccisi all’alba del 16 novembre 1989 nell’Università Centromericana (Uca) di San Salvador hanno infine sentito pronunciare la parola «colpevole». L’Audiencia Nacional di Madrid ha condannato a 133 anni e 4 mesi di carcere l’ex colonnello e viceministro Inocente Orlando Montano Morales come uno dei mandanti ed esecutori del massacro perpetrato dalle Forze armate salvadoregne nel campus dell’Università, in cui morirono il rettore, Ignacio Ellacuría, e i sacerdoti Armando López. Juan Ramón Moreno, Segundo Montes e Ignacio Martín Baró, tutti spagnoli.

La sentenza ricostruisce l’irruzione nel centro pastorale dell’ateneo da parte dello squadrone della morte, che rastrellò i presenti e li fucilò faccia a terra, senza lasciare testimoni in vita. E riconosce Montano colpevole anche dell’uccisione del prete salvadoregno Joaquín López, della cuoca Julia Ramos e di sua figlia Celina, di 15 anni, trucidati nella matanza. Anche se non può condannarlo per questi ultimi crimini, non rientranti nell’estradizione dell’imputato concessa nel 2017 dagli Stati Uniti.

La morte dei gesuiti si produsse in un contesto di «intensa polarizzazione» fra il governo militare salvadoregno e il Fronte Farabundo Martí per la Liberazione Nazionale (Fmln), nel quale i sacerdoti si fecero mediatori fra le parti per un processo di dialogo. E furono accusati, in virtù della loro difesa dei diritti umani, di incitare i contadini a «una cospirazione comunista internazionale». Montano ha ricoperto un ruolo chiave, in quanto parte della generazione di diplomati della scuola militare nota come La Tandona che guidarono le Forze armate durante la guerra civile con una strategia contro-insurrezionale.

«Fu terrorismo di Stato», scrivono i giudici. L’ex colonnello in aula ha negato di aver partecipato alla strage, nonostante lo inchiodino la Commissione verità salvadoregna, documenti declassificati della Cia e del dipartimento di Stato Usa e uno degli autori materiali, l’ex tenente Rene Yushsy Mendoza. «Il ruolo della Chiesa come mediatrice, per tentare di porre fine alla sanguinaria guerra civile – conclude la sentenza –, provocò l’ira dell’estrema destra, che temeva di perdere i propri privilegi».

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