Il presidente Trump minaccia di rendere definitiva la sospensione dei finanziamenti, e la conseguente adesione degli Usa all'Organizzazione mondiale della sanità, se l'Oms stessa "non si impegna su sostanziali miglioramenti nei prossimi 30 giorni".
In una lettera inviata al direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus postata su Twitter, il presidente Usa elenca le accuse sulla gestione della crisi del Covid-19 e l'eccessiva vicinanza alla Cina.
This is the letter sent to Dr. Tedros of the World Health Organization. It is self-explanatory! pic.twitter.com/pF2kzPUpDv
La lettera inviata dal presidente Usa Donald Trump all'Oms "inganna l'opinione pubblica e infanga la Cina": è stata la risposta del portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian alla mossa di Trump che aveva postato in piena notte su Twitter le 4 pagine della missiva al direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus. La lettera "tenta di spostare le colpe dalla risposta maldestra" degli Usa alla pandemia, ha aggiunto Zhao.
E nel frattempo i 194 Paesi membri dell'Oms, compresi gli Stati Uniti e la Cina, hanno adottato la risoluzione che prevede l'avvio "al più presto di un processo di valutazione imparziale, indipendente e completo" dell'azione internazionale coordinata dall'Oms impegnata di fronte alla pandemia, al fine di "migliorare capacità globali di prevenzione, preparazione e risposta alla pandemia". L'inchiesta "avverrà al momento opportuno", si legge.
Il muro contro muro tra Stati Uniti e Cina su cause e conseguenze della pandemia da coronavirus e lo scontro, sia pure virtualmente, non è una novità ed è stato protagonista anche lunedì 18 maggio della giornata di apertura della 73esima Assemblea annuale dell'Oms, per la prima volta in video conferenza, 116 Paesi hanno annunciato di sostenere la bozza di risoluzione presentata dall'Unione europea per un'inchiesta indipendente sul disastro planetario costato finora oltre 4.700.000 contagi e più
di 315.000 morti.
Da Pechino Xi Jinping formalmente non ha chiuso all'inchiesta, ma ne vuole dettare i tempi. "Ci vorrà un'indagine esaustiva sul Covid-19 basata sulla scienza ed eseguita con professionalità, ma solo
quando l'emergenza sarà sotto controllo", ha affermato ribadendo che "la Cina ha agito con trasparenza e rapidità, fornendo tutte le informazioni in tempo utile e aiutando con tutti i mezzi i Paesi che ne avevano bisogno". Il presidente cinese continua a volersi accreditare come grande soccorritore del mondo annunciando un dono di due miliardi di dollari all'Oms per combattere il coronavirus. Se poi Pechino dovesse trovare un vaccino contro il Covid-19, ha promesso sempre a Ginevra, ne farebbe "un bene
pubblico mondiale".
Ma gli Stati Uniti sono andati giù duro. E insieme alla Cina il bersaglio è ancora l'Oms, che "ha fallito in modo clamoroso nel fornire le informazioni sulla pandemia". È stato il segretario alla Sanità Usa Alex Azar a lanciare il nuovo atto d'accusa, ribadendo la tesi del presidente Donald Trump secondo cui i vertici dell'organizzazione non sono stati tempestivi nel dare l'allarme a causa delle pressioni della Cina. Un fallimento che "costa molte vite umane" e per questo gli Usa sostengono "un'inchiesta indipendente sull'operato" dell'agenzia dell'Onu.
A scatenare l'ira degli Usa pure l'esclusione di Taiwan dall'Assemblea. Il segretario di Stato Mike Pompeo, con una nota, ha puntato il dito contro l'Organizzazione accusandola di aver ceduto ancora una volta alle pressioni della Cina.
L'inchiesta "indipendente sulla pandemia sarà fatta al primo momento opportuno", ha tagliato corto il direttore dell'Oms, avvertendo poi che "la maggior parte della popolazione mondiale è ancora in pericolo, il rischio è alto e la strada è ancora lunga". Mentre il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres non si è sbilanciato, limitandosi a sottolineare che alcuni Paesi nel mondo "hanno ignorato le indicazioni dell'Oms" sulla pandemia.