Con tre nuovi colpi di accetta, Donald Trump e la sua Amministrazione hanno smantellato, o si apprestano a smantellare, altri pilastri dell’eredità dei loro predecessori.
Il presidente Usa ieri ha inserito la Corea del Nord nell’elenco dei Paesi sponsor del terrorismo, da cui era stata tolta da George W. Bush nel 2008 nella speranza di arrivare a un accordo che contenesse le ambizioni nucleari di Pyongyang. La Corea del Nord era stata inserita nel 1987 nella lista, della quale fanno parte anche Iran, Sudan e Siria.
«Avremmo dovuto farlo già anni fa», ha dichiarato il tycoon. La designazione formale, alla cui radice secondo Washington c’è anche l’uso di armi chimiche da parte del regime, sarà fatta oggi dal ministero del Tesoro e comporterà l’applicazione di nuove sanzioni. «Sarà il livello più alto di misure da sempre – ha spiegato Trump – Ccontro un regime assassino».
Intanto, in risposta a pressioni da parte dell’Amministrazione repubblicana, le autorità del Nebraska hanno concesso ieri il permesso finale per far passare nel loro territorio il Keystone XL, l’oleodotto di 1.897 chilometri che collegherà il petrolio del Canada alle raffinerie americane.
È un successo per il capo della Casa Bianca, che dal suo insediamento spinge per una “deregulation” in campo energetico e per maggiori investimenti nell’estrazione di combustibili fossili. Barack Obama aveva bloccato l’opera nel 2015 sulla scia dei timori che contribuisse alle emissioni di gas ad effetto serra o avesse un impatto ambientale negativo sulle terre che attraversa.
Infine, con un altro pesante colpo al lavoro dell’Amministrazione democratica, Trump si avvia a presentare regole che mettano fine alla neutralità della rete, aprendo la strada al “Web a due velocità”. La proposta, attesa nei prossimi giorni, potrebbe diventare legge già entro la metà di dicembre, nonostante una serie di consultazioni abbiano dimostrato che il pubblico è largamente a favore della neutralità della rete. Se le nuove norme sopravviveranno alle attese azioni legali, consentiranno ai provider quali At&t, Verizon e Comcast di creare tariffari ad hoc, favorendo chi paga di più. Al momento sono invece obbligati a riservare a tutti gli utenti Web accesso agli stessi contenuti, senza differenze di prezzo.