La 17enne data in sposa a un ricco uomo d'affari dopo la deplorevole asta su Facebook
Una vera e propria asta su Facebook per aggiudicarsi una sposa ragazzina. Manco fosse un oggetto o un animale, una 17enne è stata esposta dalla sua famiglia sul social network con tanto di foto e assicurazioni anche sull’altezza, tale da garantire al vincitore dell’asta dei figli con “posti garantiti nella Nba”, il campionato di basket americano. Di più: all’asta hanno partecipato anche altissimi funzionari governativi, che invece di stroncare quanto stava accadendo hanno postato le loro offerte per la giovane Nyalong Ngong Deng Jalang.
È successo in Sud Sudan, Paese in cui la piaga dei matrimoni precoci non è certo una novità e in cui la tradizione prevede ancora la dote offerta dall’aspirante marito alla famiglia della futura sposa. E’ la prima volta, però, in cui i genitori di una ragazza si spingono fino all’asta pubblica su Internet. Il post, risalente allo scorso 25 ottobre, è stato rimosso da Facebook venerdì scorso: solo allora i responsabili del social network sostengono di essere venuti a conoscenza dell’accaduto. Nel frattempo l’asta si era già conclusa e il matrimonio, riferiscono fonti locali, celebrato il 3 novembre a Juba.
L’annuncio era accompagnato dalla foto di una 17enne originaria dello Stato di Eastern Lakes: in palio c’era una giovane alta e dall’espressione spenta. “La competizione è assolutamente consentita nella cultura Dinka/Jieng”, sosteneva il post. A partecipare alla “competizione” almeno cinque uomini , tra i quali il vice governatore dello Stato David Mayom Riak, arrivato a offrire in dote 353 mucche e terreni di “prima classe”. Non è bastato: ad aggiudicarsi quella che era già stata tristemente definita sui social “la vergine più cara del Sud Sudan” è stato il ricco uomo d’affari Kok Alat, dietro alla dote di 500 mucche, tre automobili e 10mila dollari.
Molte Ong hanno esortato il governo a occuparsi della vicenda. “È da non credere che una ragazza possa essere venduta come sposa sul più grande social network del mondo”, sottolinea George Otim, responsabile di Plan International South Sudan. Nonostante l’età legale per il matrimonio sia di 18 anni, oltre il 50 per cento delle ragazze sud sudanesi si sposa prima di diventare maggiorenne, sottolinea l’Unicef. Gli alti livelli di povertà, la perdurante situazione di conflitto, i bassi livelli di istruzione, oltre che le tradizioni locali, hanno contribuito a far crescere il fenomeno.
In alcune comunità locali il matrimonio precoce è considerato un modo per “proteggere” le ragazze dal sesso prematrimoniale e dalle gravidanze indesiderate, in altri casi come la maniera più semplice di poter ottenere bestiame e soldi grazie alla tradizionale dote, equivalente solitamente a 30-40 mucche e denaro o terreni. “È una pratica che viola i diritti delle ragazze, privandole del diritto all’istruzione, incrementando il rischio di violenza e riducendole a mera proprietà di qualcun altro”, spiega l’avvocato sud sudanese Monica Adhiue.
Il “successo” dell’asta su Facebook potrebbe spingere molte famiglie a replicare quanto accaduto, anche se il social network ha ribadito che sul sito “non è consentita alcuna forma di traffico di esseri umani”. Le Ong chiedono però un monitoraggio più attento, oltre alla sospensione dei funzionari che hanno preso parte all’asta. Le famiglie, sottolineano, dovrebbero considerare la dote come un simbolo di apprezzamento invece che come un pagamento per le loro figlie. Ma la strada per riuscire a sconfiggere il fenomeno appare ancora molto lunga.