L'annuncio di Putin al Cremlino, con i ministri degli Esteri e della Difesa (Ansa)
Dovrebbe essere la tregua generale, quella che prepara i negoziati di pace. Ma con la Siria il condizionale è d'obbligo: sono troppe le fazioni e gli interessi in campo. All'indomani dell'accordo tra Russia e Turchia, oggi Mosca ha annunciato che da mezzanotte (le 23 in Italia) scatterà il cessate in fuoco in tutta la Siria, risultato di una tregua sottoscritta dalle forze armate di Damasco e dai miliziani ribelli. Il ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu, ha precisato che il cessate il fuoco è stato firmato da unità composte da 60mila effettivi. Secondo quanto ha spiegato il presidente russo Vladimir Putin, sono tre i documenti firmati: "Il primo documento è stato siglato fra il governo siriano e l'opposizione armata sul cessate il fuoco in Siria, il secondo è un sistema di misure per controllare il regime della tregua mentre il terzo è la dichiarazione sulla prontezza a iniziare le trattative di pace sulla soluzione del conflitto in Siria". Putin si è inoltre detto favorevole a ridurre la presenza militare in Siria.
Chi si impegna alla tregua?
La tregua generale è stata sottoscritta dall'Esercito e dal Comando generale delle Forze armate lealiste e dal Consiglio nazionale siriano, con sede a Istanbul, al quale fanno riferimento i militari ribelli dell'Esercito libero siriano. La Turchia e la Russia sono garanti dell'accordo.
Chi è escluso dalla tregua?
L'accordo non comprende i gruppi catalogati dall'Onu nella lista dei gruppi terroristici: i miliziani jihadisti del Daesh e le formazioni fuoriuscite da al-Qaeda, a partire dal Fronte della conquista del Levante, ex al-Nusra. Esclusi anche i Peshmerga curdi (Ypg).
Come ha reagito il presidente siriano Assad?
Ha chiarito che non è ancora finita. "Non si può ancora dire che la guerra sia finita fino a che non si eliminano i terroristi in Siria" ha dichiarato Bashar al-Assad intervistato da News Mediaset. Assad ha ribadito che "i terroristi purtroppo godono ancora di supporto esterno da parte di altri paesi. Tra questi la Turchia, il Qatar, l'Arabia Saudita, e anche molti paesi Occidentali. È qualcosa che non è cambiato e fa si che la guerra continui. Ma la sconfitta dei terroristi ad Aleppo è un passo importante verso la fine della guerra. Se non ci fosse il supporto esterno ai terroristi non sarebbe per niente difficile debellarli del tutto in Siria, e a quel punto potremmo parlare di fine della guerra".
Quando cominceranno i colloqui di pace?
L'8 febbraio a Ginevra partiranno colloqui intra-siriani promossi dall'Onu. La Russia ha annunciato colloqui di pace ad Astana, in Kazakistan, senza però precisarne la data. "Stiamo cominciando a definire gli incontri di Astana con i turchi e gli iraniani", ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov. Il capo della diplomazia di Mosca ha invitato l'Egitto a unirsi ai negoziati, preannunciando che si aggiungeranno "in futuro" Arabia Saudita, Qatar, Iraq e Giordania e che sarà invitato "un rappresentante dell'Onu". Lavrov ha inoltre auspicato che gli Stati Uniti, dopo l'insediamento di Donald Trump, si uniscano ai negoziati.
Quando è cominciata la guerra in Siria?
Nel marzo 2011 scoppiarono proteste senza precedenti contro il governo, che furono duramente represse. Nel luglio dello stesso anno un colonnello dell'esercito, Riyadh al-Assad, defezionò e dalla Turchia creò l'Esercito libero siriano (Els o, in inglese, Fsa). All'inizio del 2012 le forze siriane cominciarono a bombardare i ribelli.
Quante sono le vittime del conflitto?
Dal 2011 sono almeno 312mila i morti, in gran parte civili.