Divina Maloum, 15 anni, si oppone alla violenza e chi vuole distruggere la vita dei bambini
Divina Maloum, 15 anni e originaria del Camerun, ha vinto un premio internazionale per la pace dedicato ai bambini. L’organizzazione olandese KidsRights (diritti dei bambini) ha riconosciuto il lavoro di Divina come uno dei più influenti e importanti nella sua comunità, sebbene la giovane fosse già stata nominata quando aveva 12 anni.
Divina ha infatti fondato nel 2014 l’associazione per i bambini chiamata “Io lotto per la pace”. A causa della minaccia jihadista fomentata dal gruppo ribelle Boko Haram proveniente dalla vicina Nigeria, il nord del Camerun continua ad esserne affetto. Per questo la ragazzina camerunese ha iniziato a sensibilizzare i suoi coetanei con incontri a scuola o nelle moschee della sua regione nel nord del Camerun.
Centinaia di migliaia di persone sono rimaste vittime della violenza islamista negli ultimi cinque anni. C’è chi ha lasciato la sua casa e chi si è rifugiato negli Stati limitrofi. Mentre centinaia di camerunesi sono morti in seguito ai numerosi attentati jihadisti nell’area o perché sono stati reclutati e addestrati per combattere o diventare attentatori suicidi.
Una delle iniziative di Divina implica il disegno di bambini che si rifiutano di indossare una veste fatta di ordigni esplosivi. Nella scritta in alto si legge: “Non sono un eroe quando trasporto delle bombe”.
La ribellione di Boko Haram, che ha avuto origine in Nigeria, si è poi estesa ad altri Paesi come Niger, Ciad e Camerun. Nonostante gli eserciti locali stiano cercando di contrastare tale avanzata con alcuni timidi successi, i gruppi armati islamici continuano a seminare terrore.
“Quando si parla di costruire la pace i bambini vengono dimenticati dalle persone con il potere – ha detto Divina nel suo discorso dopo aver accettato il premio –. Invito quindi i miei coetanei in giro per il mondo ad alzare la voce”. Lo stesso premio, che offre 100mila dollari da utilizzare in progetti umanitari, è stato vinto quest’anno pure dalla giovane ambientalista svedese, Greta Thunberg, ed era stato assegnato in passato all’attivista pachistana, Malala Yousafzai.