martedì 3 maggio 2016
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Charles Martland potrà rimanere nell’esercito. Il sergente delle forze speciali Usa era stato sospeso dal servizio per aver colpito, nel 2011, un comandante afghano che aveva violentato un ragazzino. Il responsabile della milizia afghana, Abdul Rahman, aveva rapito un adolescente locale e lo teneva incatenato al letto come uno schiavo. Avendolo scoperto, Martland e il suo capitano, Dan Quinn, ritennero che «che moralmente non potevamo far finta di niente». Dopo l’episodio, il capitano Quinn era stato sollevato dal comando e allontanato dall’Afghanistan, quindi aveva lasciato l’esercito. Ma Martland era stato condannato al congedo forzato. Una decisione contro la quale il sergente (che aveva ricevuto una stella di bronzo per le sue azioni nel corso di un agguato taleban) si era appellato. Alcuni parlamentari Usa avevano chiesto al Pentagono di reintegrarlo. Ora la Difesa ha cancellato il procedimento disciplinare, permettendo al sergente di rimanere sotto le armi. Il pestaggio e il suo effetto aveva portato alla luce la politica del Pentagono di istruire i soldati americani a non intervenire nei casi di pedofilia in Afghanistan. (
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