lunedì 2 dicembre 2024
Il neo presidente Usa ha detto che inizierà da subito a cacciare i primi degli 11,3 milioni di stranieri irregolari. I timori degli imprenditori agricoli: farà aumentare i prezzi
Trump parla di immigrazione al confine con il Messico

Trump parla di immigrazione al confine con il Messico - Reuters

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«Hai il diritto di rimanere in silenzio. Apri la porta solo agli agenti muniti di mandato di perquisizione. Non firmare nulla senza un avvocato». Mentre il nuovo “zar del confine” di Donald Trump, Tom Homan, invita gli stranieri senza documenti a «auto deportarsi» per evitare detenzioni e il divieto a tornare negli Usa, l’America si prepara alle deportazioni di massa che il nuovo presidente ha promesso a partire dal primo giorno del suo insediamento, il 20 gennaio. Non tutti credono che Trump mobiliterà l’esercito, come minaccia, per fare raid nei posti di lavoro e nelle scuole, ma le associazioni per la protezione dei migranti invitano gli stranieri senza permesso di soggiorno a non sottovalutare il tycoon. E in vari Stati, soprattutto di confine, hanno lanciato campagne di informazione capillari sui diritti di ciascun immigrato in caso un agente bussi alla loro porta. Le stesse Amministrazioni statali si sono messe in moto, ma non tutti nella stessa direzione. Il repubblicano Texas ha offerto al prossimo capo della Casa Bianca 567 ettari di terreno lungo il confine con il Messico per costruire prigioni da usare, precisa il governo statale, per «il trattamento, la detenzione e il coordinamento della più grande deportazione di criminali nella storia della nazione». Il Texas ha promesso anche che la polizia locale lavorerà «a braccetto» con l’Amministrazione entrante per identificare chi non ha il diritto di vivere negli Usa.

Altri Stati, a gestione democratica, come California, Illinois, New Mexico e Arizona, hanno promesso di respingere i piani di Trump, rifiutandosi di condividere i dati delle loro forze dell’ordine, scuole o assicurazioni sanitarie con l’Amministrazione federale. La settimana scorsa, ad esempio, il consiglio comunale di Los Angeles ha approvato un'ordinanza che vieta l'utilizzo di risorse locali per aiutare le autorità per l'immigrazione.

Homan ha risposto promettendo di tagliare i finanziamenti federali agli Stati e ai Comuni che non collaborano con Washington. «Succederà – ha detto riguardo la sospensione di finanziamenti federali come strumento contro le giurisdizioni locali –. E scommetto che quando arriveranno i liberatori, quando arriveranno con le uniformi delle forze dell'ordine federali, la polizia locale si unirà a loro per portare i migranti fuori dal Paese».

Anche le associazioni imprenditoriali di categoria si preparano, preoccupate dal rischio di una grave emorragia di braccia. I gruppi che raccolgono l'industria agricola statunitense, ad esempio, si sono uniti per chiedere a Trump di risparmiare il loro settore dalle deportazioni, che «potrebbero sconvolgere la filiera alimentare e far aumentare i prezzi del cibo al consumo». Quasi metà dei circa 2 milioni di lavoratori agricoli americani non ha uno status legale, secondo i dipartimenti del Lavoro e dell'Agricoltura, così come molti lavoratori del settore lattiero-caseario e della lavorazione della carne.

Homan ha affermato che l'applicazione delle leggi sull'immigrazione si concentrerà inizialmente su chi ha condanne penali e sulle persone con ordini di espulsione definitivi, ma ha sottolineato che nessun immigrato illegale negli Stati Uniti sarà esentato.

Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2022 erano circa 11,3 milioni gli stranieri privi di documenti negli Stati Uniti. E il tentativo di “rimuoverli” in realtà non è una novità. Trump ha cacciato circa 1,5 milioni di persone durante il suo primo mandato e Joe Biden ne ha rimosse altrettante negli ultimi quattro anni. Il record degli ultimi vent’anni spetta però a Barack Obama, che ha espulso 3 milioni di persone nel suo primo mandato.

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