Mike Pence e a destra Kamala Harris - .
In attesa, se mai ci sarà, di un eventuale secondo dibattito tra Donald Trump e Joe Biden e con una campagna elettorale che ormai si gioca quasi solo sulle condizioni di salute del presidente in carica, assume un’importanza inedita il confronto tv tra i candidati alla vicepresidenza, che si terrà stasera alle 21 ora di New York, le 3 di domani mattina in Italia. Mike Pence, attuale vicepresidente, sfiderà a Salt Lake City, nello Utah, la democratica Kamala Harris, origini indogiamaicane, già procuratrice di ferro e senatrice della California.
Il primo round fra Trump e Biden ha lasciato insoddisfatti molti elettori che avrebbero gradito sentir parlare di programmi, invece di assistere a un concitato scambio di attacchi personali. L’auspicio è quindi che Harris e Pence forniscano loro qualche elemento più tangibile per orientare la loro scelta. Inoltre molti americani e commentatori si interrogano sull’eventuale prospettiva che uno dei numeri due designati finisca per dover sostituire in corsa il comandante in capo.
Biden compirà 78 anni il 24 novembre e, per quanto i recenti esami medici lo definiscano «vigoroso», è sopravvissuto a due aneurismi cerebrali, uno dei quali non si è rotto lasciando come complicazione una trombosi venosa profonda, e ha subito un’operazione per la rimozione della cistifellea.
Donald Trump, 74enne, è ancora alle prese con il Covid-19 ed ha anch’egli un’età abbastanza avanzata da non permettere di sottovalutare la possibilità che, in caso di una riconferma, il 61enne Pence possa durante il mandato doverne prendere il posto. Inoltre, in seguito al contagio di Trump, non è possibile escludere che i prossimi due dibattiti previsti con Biden possano non verificarsi, quindi il confronto tra i vice diventa all’improvviso importante per comprendere cosa abbiano in mente per l’America i due ticket che si sfideranno alle urne il prossimo 3 novembre.
Il dibattito durerà un’ora e mezza e sarà diviso in 9 sezioni da 10 minuti nelle quali i due candidati avranno due minuti per rispondere alle domande che verranno poste loro. A separarli una barriera di plexiglas, su richiesta dello staff di Biden e Harris: Pence, pur risultato negativo al test così come Harris, è stato in contatto con numerose persone che potrebbero essere state infettate dal coronavirus. Molta curiosità suscita Harris, costretta a interrompere il lungo silenzio seguito alla sua nomination. La senatrice 55enne paga il profilo liberal che si è data di recente, con dichiarazioni di sostegno alle proteste di Black Lives Matter che un po’ stridono con il suo passato di procuratore di ferro. La prudenza ha quindi consigliato a Harris di tenere nelle settimane scorse un profilo basso, che durante il dibattito dovrà giocoforza abbandonare, magari andando all’attacco laddove le condizioni di partenza la vedono partire in difesa.
Pence è un interlocutore molto insidioso. È l’esatto contraltare di Trump: non si scompone mai, sa argomentare e ha un eloquio rapido e fluido, che rende difficile interromperlo. Per Harris, insomma, il compito sarà tutt’altro che semplice.