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L'Europarlamento dichiara guerra ai cambiamenti climatici. È storica la presa di posizione dell'aula di Strasburgo che oggi ha proclamato l'emergenza climatica ed ambientale in Europa e nel mondo, la prima volta che lo fa un continente intero, chiedendo a gran voce che l'Unione Europea si impegni alla Conferenza delle Nazioni Unite COP25 per una riduzione a zero delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2050.
Nella risoluzione approvata si sollecita la Commissione europea a garantire che tutte le proposte legislative e di bilancio pertinenti siano pienamente in linea con l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali, come chiede l'Accordo di Parigi. Ma Strasburgo non si è fermata a questo. In un'altra risoluzione il Parlamento ha esortato la Ue a presentare alla Conferenza delle Nazioni Unite una strategia per raggiungere la neutralità climatica al più tardi entro il 2050.
I deputati hanno chiesto inoltre alla nuova presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di includere nel Green Deal europeo un obiettivo di riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030.
Due voti con inevitabili ricadute politiche e che hanno spaccato i gruppi a Strasburgo. L'europarlamentare del Movimento 5 Stelle Eleonora Evi ha puntato il dito contro Lega e Fratelli d'Italia definendoli "nemici dell'ambiente", oltre che contro Forza Italia.
L'eurodeputato azzurro Salini ha invece rivendicato la sua opposizione al testo precisando che la risoluzione prevede "obiettivi irrealizzabili per le aziende europee, affossando così tutto il sistema industriale". Dura Greenpeace che ha esortato l'Ue a fare di più, adottando "misure immediate in linea con la scienza, riducendo drasticamente le emissioni, proteggendo e ripristinando l'ambiente naturale". "La nostra casa è in fiamme. Il Parlamento Europeo ha visto l'incendio, ma stare a guardare non è sufficiente", ha esortato il consulente politico in fatto di clima per Greenpeace Eu, Sebastian Mang.
La risoluzione sulla dichiarazione di emergenza climatica e ambientale è stata approvata con 429 voti a favore, 225 contrari e 19 astensioni. Al suo interno c'è anche un emendamento che "chiede a tutti gli Stati membri di concordare" sul fatto di avere "una sede unica del Parlamento Europeo". Oltre all'Ecr, hanno votato per l'abolizione della doppia sede di Strasburgo la maggioranza degli eurodeputati del Ppe, di Renew Europe, dei Verdi e di Identità e democrazia (Id), mentre la Sinistra Gue si è spaccata e la maggioranza dei socialisti S&D ha votato contro.
Sono invece stati 430 i sì, 190 no e 34 le astensioni della seconda risoluzione, quella sulla COP25. La Conferenza Onu sul clima a Madrid - dal 2 al 13 dicembre -, è progettata per compiere i prossimi passi cruciali nel processo di cambiamento climatico indicato dal Palazzo di Vetro. Obiettivo chiave è completare diverse questioni relative alla piena operatività dell'Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, accordo sul quale pesa il ritiro degli Usa malgrado l'ondata di critiche della comunità internazionale. La conferenza servirà inoltre a puntare a una roadmap ambiziosa prima del 2020, anno in cui i Paesi si sono impegnati a presentare nuovi ed aggiornati piani nazionali di azione sul clima. Le attività cruciali saranno portate avanti in settori quali l'energia e l'industria, oltre alla finanza, foreste e agricoltura, senza ovviamente dimenticare la tecnologia, le popolazioni indigene, le città e gli oceani.
Tornano i Fridays for Future
E intano domani, venerdì 29 novembre, in molte città italiane gli studenti scenderanno di nuovo in piazza per il quarto sciopero mondiale contro i cambiamenti climatici. Rete della Conoscenza, Unione degli Studenti e Link coordinamento universitario sono alcune delle sigle sindacali studentesche che aderiranno alla manifestazione.
"Torniamo - dice Giacomo Cossu, coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza - in piazza con Fridays for Future perché vogliamo un altro mondo in cui vivere, libero dalla minaccia del cambiamento climatico. Il Black Friday è il momento perfetto per denunciare un sistema economico fondato sullo sfruttamento sconsiderato dell'ambiente e dei lavoratori".
Giulia Biazzo, coordinatrice nazionale di Unione degli Studenti, spiega che "il ministro dell'Istruzione, Lorenzo Fioramonti, ha garantito che interromperà le collaborazioni tra Miur e multinazionali inquinanti, ma ancora non basta. I nostri edifici scolastici cadono a pezzi, mentre è necessario un grande piano di riqualificazione ecologica delle scuole del Paese. Nella Legge di Stabilità 2020 mancano investimenti adeguati sull'istruzione".
Decine di iniziative per denunciare la crisi del cambiamento climatico saranno organizzate nelle sedi delle varie università italiane. "La conoscenza e la ricerca scientifica - ricorda Camilla Guarino, coordinatrice nazionale di Link Coordinamento universitario - sono fondamentali per affrontare questa minaccia, ma il nostro Paese investe troppo poco".