venerdì 7 giugno 2019
Il Brexit party perde le elezioni supplettive di Peterborough, dove vince la candidata laburista Lisa Forbes. Oggi parte la gara tra i candidati Tory che puntano a sostituire la premier
La candidata laburista Lisa Forbes vince il seggio di Peterborough, escluso il Brexit party

La candidata laburista Lisa Forbes vince il seggio di Peterborough, escluso il Brexit party

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Farage non entra a Westminster

Il parlamento di Westminster resiste per ora l'assalto del "Brexit party" di Nigel Farage, che aveva trionfato alle elezioni europee del 26 maggio, conquistando il 31,6% dei voti.

Dimostrazione che gli elettori lo hanno scelto per protesta contro il governo due settimane fa, ma non lo vogliono dentro il parlamento nazionale.

Nelle elezioni supplettive a Peterborough, nell'Inghilterra orientale, Mike Green, candidato di Farage, ha ottenuto soltanto il 29% dei voti mentre ha vinto, con 683 preferenze, la laburista Lisa Forbes. Terzi i conservatori con il 21% dei voti, seguiti dai liberaldemocratici al 12%.

Il sondaggio è stato avviato per colpa della deputata laburista Fiona Oluyinka Onasanya, espulsa dal partito dopo che aveva mentito su una multa per eccesso di velocità.

Oggi le dimissioni di Theresa May, il successore scelto alla fine di luglio

Sempre a Westminster si dimette oggi la premier Theresa May, che resterà, però, formalmente, in carica fino all'ultima settimana di luglio, quando verrà scelto il suo successore.

Ci sono già undici parlamentari candidati a prendere il suo posto, anche se il termine ultimo per la definizione della rosa definitiva sono le quattro del pomeriggio di lunedì.

In lizza ci sarà certamente il grande favorito: Boris Johnson, ex sindaco di Londra, personaggio colorito e controverso, che ha già dichiarato che la Brexit va completata, entro il termine ultimo fissato dalla Ue del 31 ottobre.

Anche se questo dovesse comportare un’uscita senza accordo della Gran Bretagna dall’Europa. Buone probabilità le ha anche Michael Gove, ministro dell’Ambiente. Anche lui, come Johnson, della corrente euroscettica se pure con un approccio più moderato, che non esclude il rinvio della scadenza di ottobre.

Fallimento completo la premiership di Theresa May secondo il politologo John Downey

John Downey, politologo ed esperto di media, giudica «un totale fallimento» i tre anni al potere di Theresa May. Secondo l’esperto, la premier «ha sbagliato tutto», anche se, ammette, «aveva un compito impossibile: portare a termine la Brexit».

«Theresa May ha perso le elezioni del 2017, volute proprio da lei, e, in politica interna, la Brexit le ha tolto la possibilità di implementare la riforma dell’istruzione secondaria. Anche la legislazione sulle emissioni zero, che May vuole presentare in Parlamento la prossima settimana, in modo da lasciarla come eredità del suo mandato, è ancora tutta da realizzare, e rischia di costare troppo alle casse dello Stato. Per non parlare della riforma del servizio sanitario, anche quella ferma».

Boris Johnson il favorito alla successione di Theresa May

Quanto al successore della premier, il professor Downey non sa fare un nome, ma è convinto che il favorito sia Boris Johnson.

«Vi saranno una serie di voti, tra i parlamentari del partito conservatore, tra il 13 e il 20 giugno, e, ogni volta, il candidato con meno voti verrà escluso fino a che si arriverà a due nomine», spiega l'esperto, «La scelta definitiva verrà fatta la settimana che comincia lunedì 22 luglio».

Di fatto, qualunque candidato il partito britannico al potere decida di scegliere, si ritroverà tra le mani il rebus impossibile della Brexit che ha distrutto Theresa May.

«È chiaro che Boris Johnson vorrebbe una “hard Brexit”, ovvero un’uscita che mantenga la Gran Bretagna molto indipendente dall’Unione Europea, se non addirittura un “no deal” ovvero una rottura senza accordo», dice ancora Downey. «Un punto di vista popolare dentro il partito conservatore, dove l’area euroscettica è molto forte. Non è chiaro, però, come riuscirà a ottenere questo scenario perché il Parlamento ha votato contro l’idea di una frattura netta con la Ue".

Possibili nuove elezioni generali

È anche possibile che il successore di Theresa May decida di andare alle elezioni generali, secondo l'esperto, anche se si tratterebbe di una strategia «davvero rischiosa». "I Tory potrebbero decidere di tornare dagli elettori, promettendo loro di completare una hard Brexit, e cercando di recuperare i voti finiti al partito di Nigel Farage, quel Brexit Party che punta proprio a una frattura netta con l'Unione Europea", conclude Downey, "Se perdessero, però, aprirebbero la strada al leader laburista Jeremy Corbyn e un secondo referendum diventerebbe inevitabile".

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