Boris Johnson, viene ricoverato in ospedale. Proprio perché malato di Covid-19, con sintomi che non accennano ad attenuarsi.
I casi di coronavirus nel mondo hanno superato quota 1,2 milioni, mentre il numero dei morti si avvia velocemente verso la soglia dei 65.000: lo rende noto la Johns Hopkins University. Nel suo ultimo bollettino l'università americana specifica che i contagi sono ora 1.203.099, i decessi 64.774 ed il numero dei guariti 246.893.
Gli Usa superano i 300mila casi, con circa 8.200 decessi. "Ci saranno molti morti nelle prossime settimane e ci aspetteranno decisioni difficili", ammette Trump. E invia mille militari a New York. Il New York Times denuncia: oltre 430mila persone arrivate in Usa dalla Cina da quando è esplosa l'epidemia.
Allarme in Gran Bretagna per la salute di Boris Johnson, ricoverato domenica all'ospedale Saint Thomas per ulteriori accertamenti a 10 giorni da una forma di contagio da coronavirus definita al principio "lieve", ma che non accenna a passare. Lunedì il suo trasferimento in terapia intensiva, con il passaggio di consegne al suo assai meno carismatico vice de facto, il ministro degli Esteri e Primo segretario di Stato, Dominic Raab.
Un aggravamento, preceduto da inquietudini rimbalzate sui media a proposito delle sue condizioni, che ora priva il Regno temporaneamente del suo primo ministro il giorno dopo che il messaggio straordinario alla nazione della quasi 94enne regina Elisabetta, trasmesso in televisione dal castello di Windsor, aveva provato a incoraggiare i britannici a essere "forti" e dar prova di autodisciplina, innanzi tutto restando a casa, per prevalere nella battaglia contro il virus.
Una battaglia che diventa ora dura per il capo del governo di Sua Maestà, 55 anni, impegnato da due settimane a predicare la necessità di un severo lockdown dopo gli iniziali auspici, e forse le illusioni, di una strategia più soft e graduale che aveva fatto discutere. La prima vittima nel Regno Unito si registra il 28 febbraio, ma Johnson minimizza parlando di immunità di gregge, si rifiuta inizialmente di smettere di stringere mani in giro, figuriamoci di chiudere tutto “all’italiana”.
È metà mese quando “comincia” ad arretrare. Il piano d’azione? Inizialmente prevede che tutti gli ultra 70enni vengano messi in quarantena, fino a quattro mesi, anche in assenza di sintomi. Passa un’altra settimana, aumentano contagi e vittime in un sistema sanitario messo a durissima prova. E il primo ministro di Sua Maestà si arrende: che si chiuda tutto, negozi serrati e tutti “indoor”. “All’italiana”. È il 23 marzo.
Sullo sfondo oggi un Paese dove il numero dei morti, pur segnato oggi da un leggero calo dell'incremento giornaliero, è ormai vicino al record europeo di giornata con 621 decessi in più in 24 ore.
In Spagna è stato prorogato il lockdown fino al 26 aprile e il governo sta programmando di effettuare 5 milioni di test seriologici a tappeto anche su chi non ha sintomi, ma che lavora in settori essenziali come gli addetti delle case di cura, gli agenti di polizia, i trasportatori e il personale della filiera alimentare. Queste persone concorrerebbero alla “diffusione silenziosa” del virus e si valuta indispensabile monitorarle in modo che, una volta che verranno ridotte le misure di allontanamento sociale, non siano la causa di nuovi focolai. Nelle ultime 24 ore sono stati rilevati 5.478 nuovi contagi in Spagna e 694 nuovi decessi. Il bilancio dei positivi al virus sale così a 131.646 e a 12.641 quello dei morti. I test sierologici sono diversi dai tamponi, e si basano su un piccolo campione di sangue che viene analizzato in cerca degli anticorpi alla COVID-19.
In Francia il bilancio dell’epidemia di Covid-19 ha superato gli 8mila morti, ma il numero di decessi e ricoveri in terapia intensiva sembra rallentare. Martedì inizierà la quarta settimana di lockdown. Domenica gli ospedali hanno registrato il numero più basso di decessi (357) in un solo giorno da martedì. Quasi 7000 pazienti sono ancora in terapia intensiva.
Il ministro francese dell'Economia, Bruno Le Maire: la Francia povrebbe scontare nel 2020 la sua più forte recessione dal 1945.
In Giappone primo ministro Shinzo Abe ha annunciato che dichiarerà lo stato di emergenza nel tentativo di contenere l’espansione del coronavirus, dopo l’incremento allarmante delle infezioni nell’ultima settimana; in particolare a Tokyo nel weekend sono stati superati i 1.000 casi positivi. Il provvedimento entrerà in vigore mercoledì prossimo: consentirà alle municipalità di imporre ai cittadini di stare a casa e richiederebbe la chiusura delle scuole e dei servizi non strettamente necessari. L'allerta sanitaria coinvolgerà sette prefettture e per almeno un mese. Annunciato anche un massiccio piano di sostegno all'economia del Paese con 108.000 miliardi di yen (915 miliardi di euro) per contrastare le conseguenze della pandemia sull'attività della terza economia mondiale.