Le foto di questo articolo si riferiscono al Mozambico (Oxfam, Sergio Zimba)
È emergenza colera in Mozambico, dopo il ciclone Idai che ha devastato diversi Paesi africani. I casi accertati dalle autorità sono oltre mille. E ieri è stata registrata la prima vittima dell'epidemia. A Beira, epicentro del disastro, sono stati portati 900mila vaccini, ma si teme per la sorte di chi abita nei villaggi isolati dell'interno. Per tale ragione, Medici con l'Africa-Cuamm ha formato cento operatori che sensibilizzare su come evitare il contagio. Mentre la squadra italiana, coordinata dalla Protezione civile e formata dai medici della Regione Piemonte, ha curato 160 pazienti in tre giorni. «La reale dimensione della catastrofe si scoprirà solo quando potremo a raggiungere tutti i villaggi della zona colpita», racconta Sofia Palandri, delegata di Terre des Hommes in Mozambico, che distribuisce kit per l'autocostruzione delle case distrutte da Idai ai sopravvissuti.
Dall'Oxfam arriva un appello a fare presto nei soccorsi. L'Ong afferma che è in corso una lotta contro il tempo per contenere l'incubo colera in Mozambico e chiede "tutti gli sforzi possibili" da parte della comunità internazionale per sostenere la risposta umanitaria.
I team di Oxfam sono al lavoro per contenere la diffusione dell'epidemia nei campi profughi. Oggi sono arrivate 38 tonnellate di acqua pulita e materiali igienico-sanitari nelle zone più colpite. Secondo la Ong oltre 2,6 milioni di persone sono allo stremo tra Mozambico, Zimbabwe e Malawi e sono tantissimi ancora i dispersi. (Il sito di Oxfam Italia)
"Il colera si può curare e prevenire", ha detto il coordinatore umanitario di Oxfam Italia, Riccardo Sansone, "ma occorre agire rapidamente. Per questo da subito ci siamo messi al lavoro per portare acqua pulita, servizi igienici minimi e una cosa semplice come il sapone al maggior numero possibile di sfollati, con l'obiettivo di contenere la diffusione di un'epidemia che potrebbe essere fatale per tanti". Al momento però l'appello delle Nazioni Unite per 281 milioni di dollari è finanziato solo per il 17%.
Anche la Caritas è impegnata a livello internazionale per portare aiuto. La Caritas Mozambico ha lanciato un primo piano di aiuti d’urgenza di tre mesi sostenuto da Caritas Italiana con un primo contributo di 200.000 euro grazie a uno stanziamento di 1 milione di euro della Conferenza Episcopale Italiana per i tre paesi.
Il piano di Caritas Mozambico prevede aiuti per circa 27.000 persone nei seguenti distretti: Beira, Caia, Buzi, Nhamatanda nella provincia di Sofola, Mossurize e Dombe nella provincia di Maniaca, Mopeia, Luabo, Maganja da Costa, Morrumbala, Mocubela nella provincia di Zambezia.
Gli interventi si concentrano nella distribuzione di 5.500 ripari di urgenza (teloni ed altri materiali) e altrettanti kit igienico sanitari e di utensili per la cucina. Inoltre sono previste attività di informazione per la prevenzione delle epidemie. Il costo totale del piano è di 730.000 euro sostenuto da Caritas Italiana e da altre Caritas del mondo. Per saperne di più sull'impegno della Caritas e donare clicca qui
In Zimbabwe la Caritas è presente in una decina di località nelle diocesi di Mutare e Masvingo per fornire assistenza alle persone sfollate e a coloro che hanno perso i propri beni di sostentamento. La Conferenza Episcopale dello Zimbabwe ha lanciato un appello alla solidarietà in particolare nel settore alimentare e della ricostruzione delle scuole per far sì che giovani e giovanissimi possano riprendere i loro cicli di studio prima possibile.
In Malawi, Caritas sta operando principalmente nei distretti di Phalombe, Nsaje e Mulanje con un piano di assistenza a circa 22.000 persone per la distribuzione di 4.000 pacchi di aiuti alimentari e un supporto nutrizionale con cibo ad alto contenuto nutritivo a 4.000 persone tra bambini con meno di due anni e madri in allattamento in condizione di malnutrizione.
La Caritas Svizzera, considerate le gravi circostanze, ha deciso di aumentare gli aiuti d'emergenza per il Mozambico a 2 milioni di franchi. Tre Centri di Salute di Esmabama, organizzazione partner della Caritas, situati nei quartieri limitrofi di Beira, sono rimasti isolati per ben dodici giorni. I collaboratori stanno lavorando fino allo stremo delle forze eseguendo fino a 400 consultazioni al giorno. La maggior parte delle persone in cerca di aiuto soffre di dissenteria o mostra primi sintomi di malaria. Ma mancano i mezzi per le cure necessarie, in particolare i medicinali e il materiale adatto per effettuare i test per la diagnosi della malaria. Molte persone senzatetto alloggiano negli edifici scolastici danneggiati dove ricevono cibo e acqua.