Massimiliano Galletti - Ansa
«Sei volato via da eroe per me e per tutte le persone che hai salvato in questi anni». Le parole della figlia Aurora sui social per ricordare Massimiliano Galletti, 59 anni, il soccorritore morto a Kiev lunedì scorso, dopo essere stato ferito un mese fa da schegge di un colpo di “Rpg”, lancia granate portatile anti carro. Galletti, marchigiano di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), non era un foreign fighter ma svolgeva servizio di assistenza ai combattenti al fronte in una località non distante dalla capitale ucraina. Nelle retrovie, dove operava, il colpo fatale di granata e la morte dopo un mese di coma in ospedale. Si tratta del primo italiano, in questo caso un paramedico, morto sul fronte ucraino.
Intanto, i russi incalzano l’Ucraina, ma il conflitto regionale sta prendendo, sempre più, una dimensione globale, con il quadrante Indo-Pacifico progressivamente coinvolto in modo diretto o indiretto. Nei territori del Paese invaso, va avanti lo stesso, drammatico copione da quasi tre anni: bombardamenti a tappeto nelle città principali e avanzamenti con le truppe di terra nella parte più orientale del Paese. Stando al ministero della Difesa, i distretti di Leonidivka, Novoukrainka e Shakhtarske sarebbero stati strappati all’Ucraina dai russi.
Ma sulla Piazza Rossa e a Tokyo fervono incontri diplomatici che vanno a delineare i futuri assetti mondiali, con la Corea del Nord sempre più determinata ad aiutare l’alleato russo. La presenza ieri a Mosca della ministra degli Esteri di Choe Son Hui lo dimostra. Ha dichiarato che sosterrà la Russia «fino alla vittoria in Ucraina», confermando l’impegno di Pyongyang in base all’articolo 4 di un trattato di cooperazione strategica fra i due Paesi, che prevede reciproco sostegno nel caso in cui uno dei due venga attaccato.
La visita conferma i rumors degli ultimi giorni e dà forma a quanto detto dal Segretario di Stato americano, Antony Blinken, sugli 8.000 soldati nordcoreani stanziati nella regione di Kursk e pronti a combattere. L’altra parte del mondo non sta certo a guardare. Con una tempistica che ha davvero poco di causale, ieri l’Alto Commissario per la politica estera europea, Joseph Borrell, era a Tokyo per presiedere il primo dialogo strategico Ue-Giappone.Nell’incontro, è stato firmato un partenariato dell’Ue in materia di sicurezza e difesa nell’Indo-Pacifico. Il Paese del Sol Levante è un nemico giurato della Cina e teme le intemperanze della Corea del Nord nella regione. Pechino osserva il divenire degli eventi e cerca di starne il più possibile fuori per non patirne le conseguenze, quasi a voler sconfessare quanto sta succedendo in quella parte di mondo idealmente a trazione cinese. E se l’incontro a Mosca fra Russia e Nord Corea rientra nello «sviluppo di relazioni bilaterali fra due Stati sovrani indipendenti», la sinergia fra l’Unione Europea e Tokyo è guardata con maggiore severità. Il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Lin Jian, ha accusato indirettamente Bruxelles di essere entrata a gamba tesa in un conflitto regionale invitandola a «evitare di intervenire nelle controversie territoriali regionali e a contribuire in modo costruttivo a pace, stabilità e sviluppo».
C’è poi chi continua a giocare su più tavoli e ogni tanto prende qualche bacchettata. È il caso della Turchia di Recep Tayyip Erdogan, criticata dal ministro degli Esteri russo che ha espresso «sconcerto» per la fornitura di armi e droni all’Ucraina, proprio mentre pretende di portare avanti una mediazione. Decisamente senza imbarazzo, è stata invece prevista una nuova, consistente, fornitura a Kiev da parte degli Usa: ieri hanno annunciato la fornitura di altri 425 milioni di dollari in aiuti militari. Nel pacchetto, ha spiegato il Pentagono, ci sono intercettori per la difesa aerea, munizioni per sistemi missilistici e artiglieria, veicoli corazzati e armi anticarro.