Jalaluddin Haqqani (Ansa)
Jalaluddin Haqqani, fondatore dell'omonima rete nata negli anni Ottanta per combattere l'occupazione
sovietica dell'Afghanistan, poi alleatasi con i taleban negli attacchi contro le forze della Nato, è morto in seguito ad una lunga malattia. Lo hanno annunciato gli stessi taleban in una nota ripresa dal sito Site nella quale tuttavia non viene precisato quando Haqqani sia morto. "Come durante la sua gioventù ha sopportato grandi prove per la religione di Allah mentre era in buona salute, così ha sopportato una lunga malattia negli ultimi anni", si legge nel comunicato.
"È con grande dispiacere che informiamo la nostra cara nazione afghana mujahid e la grande comunità islamica che il grande esponente jihadista, religioso, guerriero esemplare e pioniere del jihad, ministro delle Frontiere durante il regno dell'Emirato islamico e membro del Consiglio dei leader, lo stimato al-Haj Mawlawi Jalaluddin Haqqani è morto dopo una lunga battaglia con la malattia", si legge ancora nella nota. Notizie sulla morte di Haqqani, che da molti anni non faceva sentire la sua voce, circolavano già dal 2015. Nel 2001 aveva passato il testimone al figlio, Sirajuddin Haqqani, ora vice leader dei talebani.
Si ritiene che la rete Haqqani abbia legami anche con al-Qaeda. La prima base del gruppo fondato da Osama Benladen venne costruita proprio in territorio controllato dalla rete Haqqani.
Haqqani era nato nel 1939 nel villaggio di Karezgay, nel distretto di Zadran, nella provincia orientale di Paktia. Nel 1964 aveva iniziato gli studi presso il seminario religioso di Darul Uloom Haqqania e nel 1970 aveva ottenuto il grado di ulema a Peshawar. Grande la reputazione di Haqqani come comandante militare del jihad anti sovietico tra il 1979-1989. Stretti i suoi legami con le agenzie di intelligence degli Stati Uniti, del Pakistan e dell'Arabia Saudita. Nel 1995, Haqqani aveva stretto alleanza con i taleban prima che questi conquistassero Kabul. Dopo la caduta del taleban nel 2001, Haqqani si trasferì nelle zone tribali.