Protesta a New York del personale medico e paramedico di un ospedale dove alcuni operatori sanitari sono morti per il coronavirus. Si chiedono più soldi e tutele per la sanità - Ansa
Con 84.600 casi di coronavirus, anche la Germania ha superato per numero di contagi la Cina, che attualmente ne conta 82.432. Mentre l'Europa, divisa, continua a discutere e litigare sulle misure economiche da adottare per fronteggiare la crisi economica, la pandemia continua, infatti, ad avanzare e a mietere vittime.
Eppure, nonostante il momento, Il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas rassicura i partner della Nato che nonostante l'emergenza coronavirus la Germania rimarrà fedele al contributo di spesa promesso alla Nato in vista del 2%. "Per quanto riguarda l'obiettivo del due per cento, vale quanto abbiamo detto finora", ha detto Maas a Berlino prima di una videoconferenza con i 29 colleghi della Nato. Al tempo stesso però la Germania si oppone ai coronabond per aiutare i Paesi della Ue.
Negli Usa record di morti in 24 ore
Ma anche negli Stati Uniti, dove il presidente Donald Trump nelle scorse settimane ha perso tempo ascoltando più i grandi imprenditori che medici ed esperti, la situazione peggiora a vista d'occhio. Ed è stato stabilito un nuovo record di morti in un giorno per il coronavirus: 1.169 in 24 ore, secondo i dati della Johns Hopkins University, che portano il totale dei decessi a 5.962. Il numero contagi è lievitato a quota 242.182 mentre i guariti sono 9.001.
La Grande Mela è la più colpita. Sono oltre centomila i contagi da Covid-19 nello Stato di New York. Lo ha annunciato il governatore Andrew Cuomo. I casi sono ora 102.863; oltre 14.000 pazienti sono in ospedale e, finora, i morti sono 2.935, 565 in più nelle ultime 24 ore. "È il singolo aumento più grande da quando è cominciata", ha detto Cuomo.
Il governatore ha espresso tutta la sua rabbia e frustrazione per il fatto che lo Stato debba affidarsi alla Cina per la fornitura di materiale medico: "è incredibile per me che nello stato di New York, negli Stati Uniti d'America, non siamo in grado di produrre questi materiali", ha detto, riferendosi in particolare a mascherine, guanti, respiratori.
Anthony Fauci, massimo esperto americano di malattie infettive e figura iconica della task force della Casa Bianca contro il coronavirus, ha detto alla Cnn di non capire perché l'ordine di stare a casa non sia stato dato da tutti gli Stati. "Non voglio entrare negli attriti tra gli ordini federali e i diritti degli Stati ma se si guarda a quello che sta accadendo in questo Paese non capisco perché non lo facciamo", ha detto. Un messaggio che sembra contrastare con quello del presidente, che ha sempre escluso un lockdown a livello nazionale.
L'esercito americano aveva previsto all'inizio di febbraio che il coronavirus avrebbe potuto fare fino a 150 mila vittime negli Usa. Lo rivela The Daily Beast citando un documento non classificato preparato il 3 del mese dall'U.S. Army-North, in cui si affermava che per la pandemia "potrebbero morire tra gli 80.000 e i 150.000 americani". Il sito conferma che il dossier è stato fatto circolare all'interno dell'amministrazione, ma non è dato sapere se il presidente Trump ne sia stato informato.
Intanto anche l'conomia statunitense mostra sempre più segnali di crisi: Disney, che impiega 223.000 persone, ha annunciato licenziamenti per lo shutdown provocato dalla "devastante" epidemia di coronavirus. I licenziamenti scatteranno dal prossimo 19 aprile.
Le autorità di Wuhan: non abbassiamo la guardia
Riaffiorano i timori per una seconda ondata di contagi da coronavirus in Cina. La città di Wuhan, da cui si è diffuso il Covid-19, ha lanciato un nuovo appello a non abbassare la guardia, chiedendo ai residenti di evitare spostamenti non essenziali e ai funzionari di continuare a vigilare: la situazione è ancora "grave", nonostante vengano definiti "buoni" i risultati sul piano della prevenzione e del controllo del contagio e sul piano socio-economico.
L'appello giunge a soli cinque giorni dalla fine dell'isolamento a cui la città è sottoposta dal 23 gennaio scorso, all'indomani dello scoppio dell'epidemia, e in un momento in cui non si verificano nuovi contagi a livello locale. Segnali di un parziale ritorno alla normalità erano già affiorati alla fine di marzo, quando il rischio di contagio nella città era stato portato da "alto" a "medio".
Il caso svedese. Il governo difende la linea del buon senso
Aumentano i casi e i morti di coronavirus in Svezia ma il governo non intende cambiare la sua strategia del "buon senso" contro la pandemia ovvero nessun lockdown per la popolazione che può ancora frequentare bar, ristoranti e locali notturni.
"Non stiamo facendo finta di nulla, chiediamo alla popolazione di essere responsabile e di seguire le raccomandazioni delle autorità sanitarie", ha detto la ministra della Salute, Lena Hallegren, incontrando la stampa straniera. Su una popolazione di 10,3 milioni di persone i casi di Covid-19 sono al momento 6.078 e le vittime 333, secondo i dati della Johns Hopkins University, un tasso di mortalità decisamente più alto rispetto ai Paesi vicini della Svezia che hanno adottato misure più rigide. Secondo un sondaggio pubblicato all'inizio della settimana dall'Istituto Novus, il 44% degli svedesi ha fiducia nel governo del premier social democratico Stefan Lofven. In aumento rispetto al 26% di febbraio.
Brasile, scontro tra il ministro della Sanità e il presidente Bolsonaro
Il ministro della Sanità del Brasile, Luiz Henrique Mandetta, ha confidato ai suoi collaboratori che non ce la fa più e vorrebbe lasciare l'incarico ma non intende presentare le dimissioni perché "è medico, e ha il senso della missione" e comunque vuole lasciare al presidente Jair Bolsonaro la responsabilità di "estrometterlo nel bel mezzo di una emergenza sanitaria". Lo scrive oggi il quotidiano Folha de Sao Paolo citando fonti vicine al ministro secondo le quali Mandetta pensa che "il suo lavoro è
costantemente minato da Bolsonaro e la situazione sanitaria continuerà a peggiorare a causa della diffusione dell'epidemia, dell'aumento di casi gravi e del "precario sistema della sanitario in Brasile".
Il ministro ha quindi deciso deciso che "non si preoccuperà più di abbassare i toni nei suoi scontri" con Bolsonaro, soprattutto dopo che il presidente, in un'intervista radiofonica, ha detto che "Mandetta dovrebbe dare più retta a quello che gli dico" e che gli "manca l'umiltà necessaria per condurre il Brasile in questo momento".
Gli stati più colpiti nel mondo
È San Marino lo Stato al mondo più colpito dall'epidemia di coronavirus in atto, seguito da Andorra e Lussemburgo. Non si parla naturalmente di numeri assoluti, che non sono paragonabili con quelli a sei cifre di Stati Uniti (245.000 casi di positività), Italia e Spagna, entrambe oltre i 110.000, ma di numeri relativi, in rapporto alla popolazione.
Sulla base dei dati mondiali sui casi di contagio della Johns Hopkins University, che raccoglie le cifre provenienti dai vari dipartimenti sanitari dei Paesi, possiamo calcolare a nostra volta la diffusione nella popolazione. A San Marino si sono verificati dall'inizio del contagio 245 casi; in percentuale sui 33.500 abitanti della Rocca questo significa un tasso del 7,3 per mille. Il secondo posto in questa poco lusinghiera classifica va ad Andorra, che conta 428 casi di contagio, vale a dire il 5,6 per mille sui 76.000 abitanti. Segue il Lussemburgo, con ben 2.487 casi, il 4,1 per mille in rapporto alla popolazione di 602mila abitanti.
Il virus ora minaccia anche il Medio Oriente
Sale l'allarme anche per il Medio Oriente. Fino ad oggi l'epidemia era rimasta confinata all'Iran dove si sono registrati oltre 50.000 casi. L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) esorta i governi dell'area ad intervenire per fermare "la preoccupante impennata di casi e di morti" legati al coronavirus. Lo ha detto il direttore per la regione del Mediterraneo Orientale dell'Oms, Ahmed Al-Mandhari. "Abbiamo ancora una finestra di opportunità - ha ammonito Ahmed Al-Mandhari - ma questa finestra si sta lentamente chiudendo ogni giorno che passa".
In quanto all'Iran Joe Biden, "frontrunner" democratico nella corsa alla Casa Bianca, ha sollecitato un allentamento delle sanzioni americane contro i Paesi più colpiti dalla pandemia di coronavirus, a partire dall'Iran, dove oggi sono stati registrati altri 134 morti, in particolare per facilitare l'arrivo di materiale medico. "Al centro di questa pandemia mortale che non rispetta alcuna frontiera, gli Stati Uniti dovrebbero prendere delle misure per offrire l'aiuto che possiamo alle nazioni più toccate dal virus, tra cui l'Iran", ha detto in un comunicato.
In Ecuador cadaveri abbandonati
In Ecuador, che con i suoi 2.748 casi di nuovo coronavirus su 16,6 milioni di abitanti è fra i Paesi non solo dell'America Latina ma in percentuale anche del mondo dove si registra il maggior numero di contagi, si fa fatica a seppellire i morti. Esercito e polizia hanno raccolto almeno 150 corpi da strade e case nella città portuale di Guayaquil. Per il governo il rischio è arrivare a un bilancio di 3.500 morti solo nella città e della provincia.
A causa della indisponibilità delle società di pompe funebri, sopraffatte dall'elevato numero di decessi e dalla preoccupazione per il contagio, oltre che dal lungo coprifuoco serale (15 ore), molte famiglie per non tenere in casa i cadaveri li abbandonano. Il sindaco della città, Cynthia Viteri, è in isolamento a casa, contagiata dal Covid-19, ma si fa ugualmente portavoce delle proteste dei cittadini che chiedono di recuperare i cadaveri dalle case e dagli ospedali, dove spesso vengono lasciati dalle famiglie per giorni e giorni. Alcuni video di cadaveri abbandonati in sacchi neri per l'immondizia si sono però rivelati falsi, fatti circolare sui social network dalle famiglie esasperate anche dalle difficoltà di ottenere i certificati di morte, proprio per attirare l'attenzione delle autorità sulla questione.
Il portavoce del governo si è scusato in un messaggio trasmesso dalla televisione di stato. Ha dichiarato che gli operatori mortuari non sono stati in grado di tenere il passo con la sepoltura dei morti a causa di un coprifuoco imposto sotto la pandemia. "Riconosciamo eventuali errori e ci scusiamo con coloro che hanno dovuto aspettare giorni per portare via i loro cari", ha spiegato Jorge Wated.