Una manifestazione davanti al consolato saudita di Istanbul dove è stato ucciso Khashoggi - Ansa
Mbs è coinvolto nell’omicidio di Jamal Khashoggi. Le prime anticipazioni del rapporto dell’intelligence Usa, suonano già come una condanna lapidaria: il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, secondo gli 007, ha preso parte all’agghiacciante uccisione del giornalista dissidente del "Washington Post" avvenuta il 2 ottobre 2018 a Istanbul. Il rapporto, in base a quanto scrive il sito "Axios" citando una fonte anonima, è «un documento non classificato prodotto dalla direzione della National Intelligence» che «implica che il principe ereditario Mohammed bin Salman sia coinvolto nell’omicidio e nello smembramento di Khashoggi nel consolato saudita a Istanbul nel 2018».
Secondo la "Cnn", che cita documenti "top secret" di una indagine in corso in Canada, due jet privati usati nel piano messo in atto dagli assassini che uccisero a Istanbul il giornalista Jamal Khashoggi appartenevano a una compagnia di cui il principe ereditario Mohammed bin Salman si era impossessato meno di un anno prima. Il testo del rapporto di intelligence sarà pubblicato giovedì mentre – ha fatto sapere la Casa Bianca – «a breve» ci sarà una telefonata tra il neo-presidente americano Joe Biden e il re saudita Salman.
Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman - Ansa
Era stata Avril Haines, la prima donna alla guida della National Intelligence, ad impegnarsi in una audizione al Senato a diffusione del rapporto: «Sì, senatore, seguiremo la legge», aveva risposto ad una domanda. L’intelligence americana, in passato, aveva già raggiunto in passato una convinzione di «livello medio alto» sul coinvolgimento del principe saudita, ritenendolo il mandante. Tutta non aveva diffuso alcun documento, mentre Trump aveva fatto di tutto per salvare l’immagine di Mbs dopo averlo scelto come suo principale alleato nella regione mediorientale, insieme ad Israele. Mbs ha sempre negato ogni coinvolgimento ma ha accettato la responsabilità come leader de facto del Paese. Ora, però, rischia un altro danno d’immagine e di non essere più un interlocutore della Casa Bianca.