Il delitto di «ostruzione», o «ostacolo» (entrave), all’aborto esiste in Francia dal 1993, ma ha finora sempre punito dei tentativi materiali di opporsi agli atti abortivi, ad esempio impedendo alle donne l’accesso a strutture ospedaliere. La pena di riferimento è di 2 anni di prigione e 30mila euro di multa. A livello giuridico, fra i punti più contestati della nuova proposta di legge socialista, figura la liceità di un’«estensione» al campo digitale, dato che la diffusione d’informazioni appare a molti giuristi del tutto estranea all’idea di un’«ostruzione».
Nel corso dell’attuale legislatura, si è denunciata da più parti la volontà dell’esecutivo di tornare a disciplinare un campo etico estremamente sensibile, in nome di posizioni dal sapore molto ideologico volte a «banalizzare» l’aborto. Lo scorso gennaio, nel quadro della legge socialista di «modernizzazione della sanità», è stata in particolare soppressa la settimana obbligatoria di riflessione prima di un eventuale aborto. La facoltà di praticare l’aborto chimico è stata estesa alle ostetriche, mentre gli aborti chirurgici possono ormai essere eseguiti anche in «centri sanitari» esterni alle strutture ospedaliere vere e proprie.