lunedì 10 luglio 2017
Dopo quella di oggi, sarà giovedì la prossima udienza sul caso del neonato affetto da malattia rara per il quale si chiede di non spegnere le macchine e tentare una terapia sperimentale negli Usa.
Ancora attesa per Charlie, l'Alta corte prende tempo
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Bisognerà aspettare ancora per conoscere le nuove decisioni dell'Alta Corte inglese sul piccolo Charlie Gard. "Esaminerò il caso giovedì di questa settimana e potrei essere in grado di risolverlo. Oppure no". Queste le parole di "Mr Justice" Nicholas Francis, il giudice sotto il quale si sta svolgendo l'udienza di oggi e lo stesso che finora ha seguito il caso del piccolo di 11 mesi affetto da una grave malattia rara. A riferirle in diretta su Twitter è Fergus Walsh, giornalista della Bbc.


Durante la seduta i genitori Chris Gard e Connie Yates hanno chiesto di poter sottoporre il bimbo a terapie sperimentali all'estero. E il legale della famiglia aveva anche chiesto più tempo, e cioè che l'udienza decisiva si tenesse tra il 25 e il 27 luglio, dal momento
che alcune nuove evidenze scientifiche sul trattamento sperimentale a cui i genitori vorrebbero sottoporlo non saranno disponibili prima del 21. "Non c'è alcuna persona vivente che non vorrebbe salvare Charlie", ha detto il giudice nel corso di quella che è diventata un'udienza drammatica, in cui il legale dei genitori è arrivato anche a chiedere se non debba essere un altro giudice a esaminare queste nuove evidenze, visto che la Corte così composta aveva già rigettato il caso. Osservazione alla quale Mr Justice ha replicato: "Io ho sempre fatto il mio lavoro e continuerò a farlo", aggiungendo che a suo avviso "sarebbe sbagliato cambiare giudice".

La madre del piccolo, Connie Yates, a un certo punto ha urlato, rivolta al giudice Francis: "L'ospedale vi sta mentendo", nel momento in cui quest'ultimo era impegnato ad ascoltare le motivazioni del Great Ormond Street Hospital. Il legale dell'ospedale, riporta Fergus Walsh, aveva affermato che le prove portate dalla famiglia del bambino e relative alla terapia si riferiscono a patologie unicamente muscolari e non ai danni al cervello e che le presunte evidenze da nuove ricerche provengono solo da laboratori e non da test su pazienti.

«Siamo andati molto vicino a perderlo in due occasioni - ha detto Connie Yates citata dai media britanici - io spero solo in un altro miracolo e che abbia questa possibilità per vivere. Viviamo nella massima incertezza ma rimaniamo forti. Speriamo di andare avanti». La donna ha quindi aggiunto che il sostegno arrivato da papa Francesco e dal presidente americano Donald Trump «finora ha salvato la sua vita».

I genitori del bimbo hanno consegnato ieri al Great Ormond Street Hospital (GOSH) di Londra una petizione con 350.000 firme per ottenere il nulla osta al trasferimento del piccolo in un ospedale statunitense per una terapia sperimentale. Sia l'Alta Corte britannica che la Corte Europea per i diritti umani hanno stabilito nelle scorse settimane che per evitare inutili sofferenze al piccolo il sistema di sostentamento vitale da cui dipende dovrebbe essere staccato.

Charlie è affetto da una rarissima forma di patologia mitocondriale che causa un progressivo indebolimento dei muscoli, fra cui quello cardiaco.

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