lunedì 12 febbraio 2024
I due rapiti salvi grazie a un'operazione congiunta. Secondo il ministero della Salute di Gaza le vittime dei bombardamenti sono 67. L'Aja: stop alla la fornitura di parti per gli F-35 a Israele
Le fiamme a Rafah dopo i raid israeliani

Le fiamme a Rafah dopo i raid israeliani - REUTERS

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Israele libera due ostaggi. Rafah in fiamme, dopo i pesanti bombardamenti dell’esercito israeliano nella notte che avrebbero provocato almeno 67 morti (cento secondo altre fonti). Le pressioni (inconcludenti) dell’amministrazione Usa perché lo Stato ebraico “garantisca la sicurezza della popolazione civile con "un piano credibile di evacuazione". Per molti quella che è appena iniziata è una settimana decisiva per le sorti della guerra In Medio Oriente con le speranze di riallacciare i fili, sempre più sfilacciati, del negoziato appese all’arrivo, domani al Cairo, del direttore della Cia, William Burns.

Fernando Simon Marman, uno dei due ostaggi liberati da Israele

Fernando Simon Marman, uno dei due ostaggi liberati da Israele - REUTERS


Liberi dopo 128 giorni

Si chiamano Fernando Simon Marman (60 anni) e Norberto Louis Har (70 anni). Hanno, rispettivamente, 60 e 70 anni, entrambi con doppia cittadinanza israeliana e argentina. Sono stati tratti in salvo grazie a un'operazione congiunta realizzata dall'esercito, lo Shin Bet e la polizia israeliana, dopo una cattività durata 128 giorni. I due israeliani erano stati rapiti dal Kibbutz Nir Yitzhak il 7 ottobre. Le loro condizioni sono giudicate buone, dopo essere stati trasferiti allo Sheba Medical Center di Tel HaShomer. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha definito su X "impressionante" l'operazione dell'esercito, aggiungendo di averla seguita dal Centro di comando insieme al primo ministro Benjamin Netanyahu e agli alti comandanti. I due ostaggi "erano trattenuti al secondo piano da terroristi armati che erano presenti nell'edificio e anche in palazzi adiacenti", ha riferito il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari. Nell'operazione sono morti due soldati. Si tratta di Adi Eldor (21 anni) e di Alon Kleinman (21 anni). Il bilancio dei soldati morti in combattimento - dall'inizio dell'operazione nella Striscia - è ora di 229.

Bambini palestinesi tra le macerie di una casa distrutta dai raid di Israele a Rafah

Bambini palestinesi tra le macerie di una casa distrutta dai raid di Israele a Rafah - REUTERS


«A Rafah colpite le case»

Secondo la Mezzaluna Rossa, su Rafah sono stati lanciati attacchi "violenti". i raid avrebbero “preso di mira le case abitate di fronte alla sede dell'organizzazione umanitaria nel centro di Rafah”. Per il corrispondente di al-Jazeera è stata colpita la moschea di Al-Rahma nel campo di Shaboura. Anche secondo la tv palestinese, Israele bombarda Rafah via terra, mare e aria. Hamas ha definito il pesante bombardamento notturno israeliano su Rafah "il prosieguo della guerra di genocidio" in corso. I morti sarebbero almeno 67, secondo le stima del ministero della Salute di Gaza, gestito da Hamas. Per il movimento islamista l'amministrazione statunitense e il presidente Joe Biden hanno personalmente la piena responsabilità dell'accaduto perché hanno dato "la luce verde". Hamas ha invitato la Lega degli Stati Arabi, l'Organizzazione della Cooperazione Islamica e il Consiglio di Sicurezza ad agire con urgenza per fermare l'aggressione.

Il presidente Usa Joe Biden

Il presidente Usa Joe Biden - REUTERS

Il gelo tra Biden e Netanyahu

Prima dell'operazione a Rafah, Israele deve "garantire la sicurezza" della popolazione civile con "un piano credibile di evacuazione". Nella prima e unica telefonata da tre settimane, il presidente Joe Biden ha ribadito domenica al premier Benyamin Netanyahu la linea rossa degli Usa in vista dell'imminente operazione di terra nell'ultima città della Striscia presidiata da 4 battaglioni di Hamas. E a mettere l'accento sulla necessità, invece, di "capitalizzare i progressi fatti nelle trattative per assicurare il rilascio di tutti gli ostaggi il prima possibile". La cornice d'insieme, hanno tuttavia concordato i due leader, è il "comune obiettivo di vedere Hamas sconfitta e di assicurare la sicurezza di lungo termine di Israele e della sua popolazione", senza per questo dimenticare di incrementare gli aiuti ai civili della Striscia.

Gli Usa restano quindi contrari ad un'eventuale azione militare di Israele in un'area occupata da centinaia di migliaia di sfollati palestinesi. La telefonata è apparsa come un tentativo di appianare le vistose differenze di vedute. Ma, secondo il Washington Post, il capo della Casa Bianca e i suoi consiglieri "sono più vicini" che mai "a una rottura con Netanyahu, non considerato più un partner produttivo che può essere influenzato anche in privato". Una frustrazione che, secondo la stessa fonte, "ha spinto alcuni dei consiglieri di Biden a fare pressione sul presidente affinché sia più critico in pubblico riguardo al premier israeliano per la sua operazione militare a Gaza". Sul fronte della vendita di armi, un tribunale olandese, accogliendo le richieste delle organizzazioni per i diritti umani, ha disposto che i Paesi Bassi interrompano la fornitura di parti per i caccia F-35 utilizzati da Israele nella Striscia di Gaza. "La Corte ordina allo Stato di cessare ogni effettiva esportazione e transito di parti dell'F-35 verso la destinazione finale, Israele, entro 7 giorni dalla notifica della presente sentenza", ha dichiarato la Corte d'Appello dell'Aia.

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