Kherson allagata dalla rotta della diga di Nova Kakavka - Epa
«La terribile azione terroristica che ha portato alla distruzione della diga di Nova Kakhovka renderà ancora più difficile l'export del grano verso i Paesi africani. Anche la controffensiva sarà influenzata da questo ma se Mosca si aspetta di fermarci nella riconquista dei nostri territori, si sbaglia. La parte controllata dai russi ha avuto più danni di quella sotto il controllo ucraino », ha commentato Andrii Yurash , ambasciatore ucraino presso la Santa Sede.
L’esplosione della diga di Kakhovka avrà immense ripercussioni sull’agricoltura ucraina e sulle esportazioni di grano che passano dal Mar Nero secondo gli accordi firmati a Istanbul nel 2022 e rinnovati per la terza volta lo scorso mese di maggio. Mosca ha minacciato più volte di interromperli - l'ultima lunedì - perché ritenuti più vantaggiosi per Kiev.
Il difficile accordo arrivò grazie a due trattati speculari, ma separati, siglati il 22 luglio dell'anno scorso dai ministri di Russia e Ucraina insieme al segretario generale dell'Onu Antonio Guterres e al presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Da quel momento l’Ucraina, ottavo produttore al mondo di grano, ha potuto esportare i suoi cereali dai tre porti di Odessa, Chernomorsk e Yuzhny, molto vicini alle zone agricole da martedì inondate, scongiurando una crisi alimentare globale. Questo è stato uno dei pochissimi successi della diplomazia nel conflitto.
Gli accordi prevedono che le navi, una volta uscite nel Mar Nero, si dirigano a Istanbul in un corridoio sicuro dagli attacchi russi e dalle mine galleggianti messe a difesa delle coste ucraine. Arrivate nel Bosforo, vengono ispezionate dalla Turchia con la supervisione dell’Onu per assicurarsi che a bordo ci siano armi, e poi continuano fino a destinazione. «L'accordo stabilizzerà i prezzi degli alimenti» commentò soddisfatto Guterres al momento della sigla, dopo aver ringraziato Recep Tayyip Erdogan che si era proposto fin dall’inizio come decisivo mediatore.
Alla difficilissima situazione del commercio via mare, adesso si aggiunge quella dell’inondazione delle colture cerealicole proprio nelle terre più fertili dell’Ucraina. Il crollo della diga ha già fatto impennare il prezzo del grano del 3% negli Stati Uniti per il concreto timore di una forte riduzione dell'offerta. La diga era di vitale importanza per l’irrigazione dei campi delle regioni meridionali di Kherson, Dnipro e Zaporizhzhia: cuore della produzione nazionale di grano. «La piena fuoriuscita dal bacino artificiale di Kachovka inonderà decine di migliaia di ettari di coltivazioni nel sud del Paese – ha detto il ministro dell’Agricoltura ucraino Mykola Solsky – e potrebbe trasformarne almeno 500mila in deserto per la carenza d'acqua». Prima dell'invasione russa, i 31 sistemi d’irrigazione nelle zone interessate dalla piena rifornivano 584mila ettari di coltivazioni per una produzione annuale di circa 4 milioni di tonnellate di cereali e semi di girasole. Kiev ha denunciato che la distruzione della diga lascerà a secco il 94% dei canali nella regione di Kherson, il 74% di quelli a Zaporizhzhia e il 30% di quelli a Dnipro. Il ministro dell'Agricoltura Solsky non ha ancora calcolato quanto grano sarà perso a causa delle inondazioni, ma soltanto la scorsa settimana aveva stimato in 18 milioni di tonnellate la produzione invernale di cereali.
L’Ucraina, prima del conflitto, era un gigante nell’esportazione agricola e da sola coltivava circa la metà dei semi di girasole a livello globale. La produzione di cereali è diminuita del 60% nel 2022, danneggiando i molti Paesi in via di sviluppo che dipendevano in larga misura da Kiev. La confinante Moldavia importava il 90% del grano dall’Ucraina, il Libano l'80%, Tunisia, Libia e Pakistan circa la metà. Solo in Egitto i prezzi del frumento sono aumentati del 50% dall'inizio di febbraio 2022.